Corriere della Sera

Dalla Russia con vittoria Roma, ora è quasi fatta ma quanti rischi inutili

Successo sul Cska, adesso basta un punto per gli ottavi

- DAL NOSTRO INVIATO Luca Valdiserri

Se conta solo il risultato — che nello sport è comunque fondamenta­le — la Roma ha compiuto la missione: basterà un punto tra Real Madrid in casa (ci si gioca il 1° posto nel girone) e Viktoria Plzen in trasferta per passare agli ottavi di finale. E se il Cska non batterà il Real nell’ultima al Bernabeu non servirà nemmeno quello. Se invece conta anche quello che sta sotto il risultato, allora il lavoro che attende Eusebio Di Francesco è ancora lungo. In vantaggio di un gol e di un uomo (espulso Magnusson su iniziativa di un ottimo Justin Kluivert), il tecnico abruzzese è stato costretto negli ultimi minuti a un cambio che non pensava di dover fare: fuori Florenzi, che ha giocato esterno alto nel tridente dietro a Dzeko, e dentro Juan Jesus per chiudere con un 5-4-1 contro un avversario in dieci.

Di Francesco è il primo a pensarla così: «Il 2-1 è importante, ma potevamo fare molto meglio nella gestione del gioco e nella ricerca del terzo gol. Non mi piace correre rischi sui palloni buttati lunghi dall’avversario, dobbiamo cercare di più la verticalit­à e non voglio che si scherzi troppo». Il rilievo è a Zaniolo, entrato con fin troppa personalit­à nel finale: in un contropied­e in superiorit­à numerica ha cercato il gol personale anziché servire Dzeko liberissim­o. È vero che il bosniaco, fin lì, aveva sprecato tutti gli assist che gli erano arrivati, soprattutt­o da Kluivert, ma questa non è una buona ragione per non fare quello che serve prima alla squadra e poi a se stessi. Allo stesso modo sarebbe cosa buona e giusta evitare la «caserma», tipo Kolarov che tira sempre e comunque tutte le punizioni, senza lasciarne nessuna a Lorenzo Pellegrini.

Insieme a Kluivert e Manolas — che ha sempre la Champions in testa, come dimostrato dal gol che ha messo la gara in discesa al 4’ — Pellegrini è stato ancora una volta tra i migliori. Può far sensazione vedere Javier Pastore finire addirittur­a in tribuna, ma il campo continua a dire che Pellegrini è la miglior soluzione possibile nel 4-2-3-1. Ieri ha battuto l’angolo da cui è nato il primo gol (favorito da un’uscita spensierat­a di Akinfeev) e ha segnato il suo primo gol in Champions, nove minuti dopo il pareggio del giovanissi­mo Sigurdsson e tre dopo l’espulsione dell’altro islandese Magnusson.

Il gol di Pellegrini, oltre che decisivo per la gara, è stato l’ennesimo spot per l’introduzio­ne della Var in Champions. La posizione del trequartis­ta era infatti irregolare: non sul tiro sbagliato da Cristante, che si è trasformat­o in assist, ma sul successivo tocco di Dzeko, sfuggito a tutti e soprattutt­o all’assistente di Cakir. Episodio assai difficile da vedere dal vivo, ma semplice per la tecnologia. La Roma, con l’uomo in più, probabilme­nte avrebbe vinto lo stesso, ma come è giusto protestare per i torti (vedi il rigore di Firenze) così lo è riconoscer­e gli errori a favore.

Prima della sosta, domenica pomeriggio, ci sarà l’importante partita contro la Samp. Il campionato non si può certo snobbare, ma qualche cambio in formazione sarà necessario: Dzeko, ad esempio, è stanco, nervoso e impreciso. I giovani a volte sbagliano, ma hanno anche tanto entusiasmo. Kluivert lo ha dimostrato. Monchi è nel mirino della critica, ma non tutto quello che ha fatto è sbagliato.

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Di Francesco Potevamo fare molto meglio, non mi piace correre rischi e non voglio che si scherzi troppo

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Pellegrini Abbiamo ottenuto una vittoria essenziale per passare il girone Adesso risaliamo in campionato

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(Reuters) Puntuale Il difensore Kostas Manolas segna di testa il primo gol della Roma a Mosca
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