Jim Carrey e il dilemma del clown con una vita che cade a pezzi
M r. Pickles, protagonista di uno show per bambini e maschera di Jeff Pickles, a sua volta maschera di Jeff Piccirillo, a sua volta maschera di Jim Carrey, è il classico clown che strappa una risata mettendo in scena il dramma dell’uomo ridicolo. Perché Mr. Pickles, protagonista di una trasmissione che piace a milioni di bambini ha il cuore spezzato? Perché gli è morto un figlio, perché l’altro è problematico, perché la moglie (Judy Greer) lo ha lasciato, perché il padre (Frank Langella), produttore del suo programma, lo tiene imprigionato in un personaggio che è anche una macchina da soldi, perché la sorella Didi (Catherine Keener), costumista e creatrice di pupazzi, ha la sua buona dose di guai.
Sono tanti i perché che attraversano Kidding, Il Fantastico mondo di Mr. Pickles, un comedydrama creato da Dave Holstein, diretto da Michel Gondry e prodotto da Showtime (Sky Atlantic). Un bravissimo Jim Carrey interpreta la star di un programma per bambini della PBS intitolato Mr. Pickles’ Puppet Time traendo ispirazione dall’amatissimo Fred Rogers, leggendario autore e conduttore di Mr. Rogers’ Neighborhood, che ha cresciuto milioni di americani con i suoi modi pacati e le sue lezioni illuminate. È l’eterno dilemma del clown: dev’essere triste per essere un buon clown, ma per lui la tristezza è una faccenda seria da morire. Quando la vita di Jeff va in pezzi, il suo personaggio porta sulla scena il dolore dell’uomo, mettendo in pericolo l’esistenza dello show. Nessuna favola e nessun pupazzo sembrano aiutarlo a superare questa inarrestabile crisi. E così cominciano a mescolarsi vari registri narrativi: humor e pathos, tv dei ragazzi e tv del dolore, normalità e stramberie. La sola salvezza è la sua maschera (che Jeff tenta persino di sfregiare con un rasoio elettrico), l’unica capace di tenere in vita il personaggio e nascondere l’individualità dell’attore. Fino a quando?