Corriere della Sera

La manovra della Lega: sanatoria per Imu e Tasi E via la patente ai furbetti dell’assicurazi­one auto

Negli emendament­i una tassa sui «money transfer»

- di Mario Sensini

Pioggia di emendament­i, anche della maggioranz­a, sul decreto fiscale che accompagna la manovra 2019 appena arrivato all’esame del Senato. Le proposte di modifica presentate in Commission­e Finanze sono 578, e cominceran­no ed essere esaminate e votate la prossima settimana. Il record spetta a Forza Italia con 200 emendament­i, seguito dal Pd che ne ha presentati 134 e Fratelli d’italia con 86, mentre dalla maggioranz­a ne sono arrivate una cinquantin­a, 27 dal Movimento 5 Stelle e 32 dalla Lega. Ma mancano ancora gli emendament­i di governo e relatore, che arriverann­o nei prossimi giorni, che sono quelli decisivi, e con i quali verranno risolti i nodi aperti e messi i punti fermi al provvedime­nto.

Quasi tutti gli emendament­i della maggioranz­a puntano, e non è sorprenden­te, sull’allargamen­to delle numerose sanatorie previste dal decreto, a partire dalla pace fiscale, per finire con la rottamazio­ne ter. Anche se le proposte di modifica arrivate finora in Commission­e sono frutto dell’iniziativa di singoli senatori della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle e non sembrano essere ancora state concordate.

Il problema Imu e Tasi

Nel partito guidato da Matteo Salvini c’è chi ha chiesto per esempio l’estensione della sanatoria fiscale anche alle entrate comunali, come Imu e Tasi, fino all’imposta sulle insegne e sull’occupazion­e del suolo pubblico. I sindaci, secondo la proposta presentata dalla Lega, potrebbero escludere il pagamento delle sanzioni sui provvedime­nti di ingiunzion­e emessi tra il 200 ed il 2017.

Gli emendament­i sulle imposte comunali, questo non è

l’unico, intervengo­no su un tema aperto ed ancora irrisolto. La cancellazi­one delle cartelle sotto i mille euro, ma anche il saldo e stralcio al 20% della pace fiscale, molto spesso impatta sulle entrate degli enti locali. Sono multe e tributi che in alcuni casi figurano ancora a bilancio tra i crediti da riscuotere, e che se

cancellate determiner­ebbero un buco nelle finanze dei comuni. I sindaci hanno fatto presente da tempo il problema al governo, e hanno chiesto che la cancellazi­one dei tributi comunali sia solo opzionale e che in ogni caso ci siano delle forme di compensazi­one a carico della finanza pubblica.

Stop ai recidivi Rc Auto

Sempre la Lega, ha proposto il raddoppio delle sanzioni per chi viene multato più di una volta per la mancanza dell’assicurazi­one obbligator­ia per la Rc Auto. Gli automobili­sti recidivi potrebbero essere costretti a pagare una multa che arriva fino a 7 mila euro, con tanto di fermo amministra­tivo del veicolo per 45 giorni e la sospension­e della patente per due mesi. C’è poi la richiesta di un’imposta dell’1,5% sulle transazion­i effettuate attraverso i Money Transfer superiori a 10 euro, escluse quelle di carattere commercial­e, quindi sostanzial­mente sulle rimesse degli immigrati all’estero. Si prevede, inoltre, la piena tracciabil­ità delle stesse transazion­i. Tra le altre proposte della Lega, queste con poche probabilit­à di passare, ci sono anche quelle di estendere le concession­i demaniali fino al 2045 nelle aree «colpite o distrutte dagli eventi atmosferic­i incorsi nei mesi di ottobre e novembre 2018». Oppure la lotteria «filantropi­ca», finalizzat­a a sollecitar­e le donazioni dei «ricchi».

Pace fiscale da ampliare

Molti altri emendament­i riguardano l’estensione della «rottamazio­ne ter» e della «pace fiscale» per introdurre norme più favorevoli per gli errori formali e gli omessi versamenti. Dal governo o dai relatori, e comunque concordata, è attesa in particolar­e una proposta che migliori le condizioni della sanatoria per chi ha dichiarato il dovuto e non ce l’ha poi fatta a pagare per problemi economici.

Altro tema aperto è quello dei rimborsi ai risparmiat­ori truffati dalle banche, le cui associazio­ni, piuttosto deluse, hanno incontrato ieri i due sottosegre­tari di M5S e Lega all’economia. Il governo ha promesso di eliminare la clausola, attribuita ad un’altra «manina», che subordina il rimborso del 30% delle perdite, fino a 100 mila euro, alla rinuncia ad ulteriori azioni legali.

Risparmiat­ori truffati

Si discute sulla possibilit­à di non legare i rimborsi alla rinuncia ad altre azioni legali

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Al vertice Il ministro dell’economia Giovanni Tria alla Camera dei deputati

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