Corriere della Sera

Di Maio, l’avviso a Raggi

E la Lega scende in piazza a Torino con i sì Tav contro la frenata del M5S

- Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Sale la tensione nei 5 Stelle per il caso Raggi. I pm:«condannate a 10 mesi il sindaco». Di Maio: il nostro codice è chiaro. Oggi, a Torino, Lega in piazza a favore della Tav.

Virginia Raggi

La richiesta è semplice. Condannare la sindaca di Roma Virginia Raggi a dieci mesi di reclusione per aver detto il falso alla sua responsabi­le dell’anticorruz­ione circa la promozione di un dirigente. Quel dirigente era Renato Marra, fratello di Raffaele, all’epoca braccio destro della sindaca. La sentenza è prevista per oggi. Se Raggi dovesse essere condannata il capo politico del Movimento Luigi Di Maio si è già espresso sulle dimissioni: «Non conosco l’esito del processo, ma il nostro codice di comportame­nto parla chiaro e lo conoscete».

La Raggi, secondo l’accusa, mentì quando disse a Mariarosar­ia Turchi di aver deciso in autonomia quella nomina: una lunga serie di chat fra lo stesso Raffaele Marra e la sindaca, acquisite al processo, proverebbe­ro il contrario che cioè quella nomina fu fatta da Marra in pieno conflitto d’interessi.

Il procurator­e aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’olio, nella loro requisitor­ia, fanno luce sul movente del presunto falso: «Analizziam­o il movente del falso — dice Ielo —. Se la sindaca avesse detto la verità e avesse riconosciu­to il ruolo di Raffaele Marra nella scelta del fratello, l’apertura di un procedimen­to penale a suo carico sarebbe stata assai probabile. Lei era consapevol­e che in casi di iscrizione a modello 21 (ovvero come indagata in un fascicolo penale, ndr) rischiava il posto e per questo mentì. Era una questione che, a soli cinque mesi dalle elezioni, generava un problema che metteva a rischio la carica. Il codice etico fu modificato nel gennaio del 2017». Questo per quanto riguarda i contenuti ma la requisitor­ia contiene anche un invito sul metodo: «Questo è un processo come molti altri — aggiunge Ielo — Occorre liberarsi dalla pressione mediatica e utilizzare la cassetta degli attrezzi del giudice, primo fra tutti la prova».

La Raggi, nel corso di alcune dichiarazi­oni spontanee, si sforza di ridimensio­nare la portata del tema: «Il codice etico non è stato mai applicato. Solo in un caso, quello del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, si arrivò alla sospension­e perché non aveva comunicato la sua iscrizione nel registro degli indagati».

In mattinata, invece, era toccato a Carla Raineri, magistrato, ex capo di gabinetto della Raggi, pesare il ruolo dell’ex braccio destro Marra. Un ruolo, ha ripetuto la Raineri, assolutame­nte centrale: «Come la zarina era debole rispetto a Rasputin così la Raggi lo era rispetto a Marra». Anche in questo caso la sindaca aveva replicato nel corso di dichiarazi­oni spontanee: «La deposizion­e di Carla Raineri a tratti mi è sembrata surreale. In questo processo si parla di un mio presunto falso e per quattro ore abbiamo ascoltato parole simili a gossip». Oggi tocca alla difesa, poi ci sarà il verdetto.

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Il codice etico? Non è stato mai applicato Soltanto Pizzarotti fu sospeso per non aver detto dell’avviso di garanzia

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Il processo Virginia Raggi, 40 anni, dopo l’ultima udienza

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