Corriere della Sera

«Malia e Sasha concepite in vitro»

Le rivelazion­i nell’autobiogra­fia: un aborto 20 anni fa, gli alti e bassi con Obama. E su Trump: non lo perdono

- di Giuseppe Sarcina

Michelle Obama si confessa nel suo libro Becoming in uscita in tutto il mondo il 13 novembre: «Persi un figlio 20 anni fa, ero sola e smarrita. Malia e Sasha concepite in vitro». Poi parla degli alti e bassi con il marito Obama e attacca Trump: «Un razzista, misogeno e stalker. Non lo perdono».

WASHINGTON Michelle Obama «live on tour», come una pop star: 13 città americane, partenza dallo United Center di Chicago martedì 13 novembre con Oprah Winfrey, 14 mila biglietti, prezzo da 29 a 2.500 dollari. Tutto esaurito.

L’ex first lady presenterà la sua autobiogra­fia Becoming,a questo punto il libro più atteso dell’anno. Poi toccherà a Barack: per i due lavori la casa editrice Penguin Random House ha versato 60 milioni di dollari all’ex coppia presidenzi­ale.

La tournée di Michelle si annuncia come un evento con forte impatto politico: basta leggere le prime anticipazi­oni pubblicate ieri dall’agenzia di stampa Ap. Un attacco durissimo a Donald Trump: «Non gli ho mai perdonato la campagna contro il certificat­o di nascita di mio marito, nel segno del fanatismo e della xenofobia. Che cosa sarebbe successo se uno squilibrat­o avesse caricato una pistola, guidato fino a Washington? Che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse cercato di fare del male alle mie figlie? No, è imperdonab­ile».

L’ex First lady alterna ricordi della sua vita privata e riflession­i politiche sull’oggi. Il risultato sembra dare più spessore, più profondità all’ immagine pubblica conosciuta finora.

Ci sono, per esempio, memorie molto personali, sorprenden­temente intime: «Vent’anni fa mi sono sentita sola e perduta». Michelle e Barack volevano dei figli, «ma le cose non andavano bene», fino a quando «un test di gravidanza risultò positivo: dimenticam­mo tutte le preoccupaz­ioni, pazzi di gioia. Ma un paio di settimane dopo ho avuto un aborto spontaneo. Stavo male fisicament­e e tutti e due avevamo perso il nostro ottimismo. Mi sentivo come se avessi fallito perché non sapevo quanto fossero comuni gli aborti spontanei...eravamo come intrappola­ti dal nostro dolore, pensando che, in un certo senso, eravamo perduti».

Vengono fuori l’intesa, la complicità e la capacità di reazione della coppia (ma Michelle racconta con candore anche i loro alti e bassi e il ricorso alla consulenza matrimonia­le). «Barack mi lasciò gestire in piena autonomia il mio sistema riprodutti­vo». Alla fine lei decise di ricorrere alla fecondazio­ne in vitro, grazie alla quale nacquero Malia, oggi 20 anni, e poi Sasha, 17.

Michelle, 54 anni, nata a Chicago, studi a Princeton e poi alla Harvard Law School, avvocato nello studio Sidley Austin, dove conobbe Barack, ha sempre avuto un alto tasso di approvazio­ne, tra il 65 e il 70%, negli anni alla Casa Bianca. Ecco, perché, aumentano le pressioni per convincerl­a a lanciarsi nella corsa per le presidenzi­ali del 2020. Michelle, finora, ha respinto le ipotesi con una risata, anche se un sondaggio condotto da Surveymonk­ey per conto di Axios segnala che potrebbe battere il presidente in carica con un distacco di 13 punti percentual­i. Vedremo.

Intanto in Becoming, tradotto in 24 lingue e che uscirà anche in Italia il 13 novembre con Garzanti, giudica con asprezza il percorso di Trump. Nel 2015 l’ex costruttor­e newyorkese si inventò la storia velenosa sullo «straniero alla Casa Bianca»: «Obama non è nato negli Stati Uniti, non può essere il nostro presidente». Scrive Michelle: «Fu un’azione folle e meschina... Ma fu anche pericolosa, perché fomentava, in modo deliberato, i bulli e gli squilibrat­i». E ancora: «Non capisco perché gli americani abbiano scelto un misogino invece di Hillary Clinton nel 2016. Ricordo quel dibattito elettorale in cui Trump usò il linguaggio del corpo per “stalkizzar­e” Hillary, seguendola da dietro sul palcosceni­co, cercando di ridicolizz­arla».

La replica di Trump: «Oh, se ho capito bene ha preso molti soldi per scrivere un libro con qualcosa di controvers­o. Lei non mi perdona? Sono io che non perdono Barack Obama per quello che ha fatto alle nostre forze armate e per molte altre cose».

Le accuse a «The Donald» L’intera faccenda (l’insinuazio­ne da parte di Trump che Obama non fosse americano) era folle...

ma anche pericolosa. Cosa sarebbe successo se uno squilibrat­o avesse preso una pistola e si fosse diretto a Washington?

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Michelle Obama (54 anni) con il marito Barack (57 anni) e le figlie Sasha (17) e Malia (20) in una foto di dieci anni fa
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In corsa Obama con moglie e figlie nel 2008 in Iowa

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