La sede della Regione con 1.600 plafoniere (da 637 euro l’una)
Dopo la Corte dei Conti, indagano i magistrati sul nuovo palazzo dell’assemblea pugliese
BARI Non c’è più il campo da calcio, ma in compenso ci sono le lampade deluxe; manca la sala fitness, ma ci sono oltre mille scrivanie; non c’è traccia delle grandi fontane, ma è stato ricavato ampio spazio per altri parcheggi: anche se riveduta e corretta in corso d’opera attraverso svariate modifiche ai progetti iniziali, la nuova sede del Consiglio regionale pugliese che dovrebbe aprire i battenti entro l’anno continua ad alimentare polemiche e sospetti. Al punto che sul sontuoso palazzo dal design accattivante spuntato in tutta la sua imponenza in via Gentile, al quartiere Japigia di Bari, terra di mezzo tra il vivace lungomare e la desolata periferia sud della città, ormai si accavallano le inchieste: una penale avviata dal pubblico ministero del Tribunale, Savina Toscani, e l’altra amministrativa contabile disposta dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmela de Gennaro, per verificare la sussistenza di danno erariale.
Le indagini sono scattate dopo gli esposti presentati dal Movimento Cinque Stelle, a cui se n’è poi aggiunto un altro del Codacons. Gli accertamenti sono stati affidati alla Guardia di Finanza.
Gli investigatori intendono acquisire i documenti necessari e spulciare tra carte e numeri per fare luce su una storia cominciata nel 2002, quando la Regione avviò la gara per la progettazione. Una vicenda proseguita nel corso di anni scanditi da modifiche, ripensamenti e ben cinque varianti che hanno portato a una lievitazione vertiginosa dei costi: da 40 milioni si è passati a 87, anche se per la verità i pentastellati di Puglia, guidati dalla consigliera regionale Antonella Laricchia, sono certi che si arriverà a sforare il tetto dei cento.
Per il momento non ci sono indagati, ma le polemiche salgono di tono. Tanto più in una città dove fino a poco tempo fa la giustizia penale era amministrata in una tendopoli per l’inagibilità del Tribunale. L’ultimo capitolo che ha scatenato la bufera attorno all’avveniristico