Corriere della Sera

I talenti in fila per Facebook

All’ateneo di Pisa, unico in Italia, in 157 per sette posti Prova e assunzione, «Cerchiamo persone con tanta creatività»

- A cura di Marco Gasperetti

● A inviare i curricula sono stati 157 studenti universita­ri, perlopiù informatic­i e ingegneri, ma anche studenti di discipline umanistich­e e sociali

● Chi sarà selezionat­o parteciper­à a uno stage pagato a Londra o negli Stati Uniti. Ci sarà un periodo di prova, dopo è prevista l’assunzione

● Ieri sono stati selezionat­i 11 studenti. Hanno potuto incontrare alcuni manager italiani di Facebook, che vivono a Londra, ma si sono laureati in Italia

● In conferenza, in inglese, i manager hanno raccontato ai ragazzi che studiare è importante, ma il voto alla fine conta poco

Ainviare i curricula sono stati 157 studenti universita­ri, ma almeno il doppio di ragazzi sono arrivati fuori tempo massimo. Sono in tanti a sognare uno dei 7 posti messi in palio da Facebook che ieri ha scelto l’università di Pisa come unico ateneo italiano per reclutare talenti. Per lo più informatic­i e ingegneri, ma non solo, perché il recruiting day, era aperto a ogni dipartimen­to e corso di laurea. Così, tra i candidati, c’erano anche studenti di discipline umanistich­e e sociali.

Prima dei colloqui (ieri sono stati selezionat­i undici studenti, altri saranno contattati più avanti), i centocinqu­antasette hanno incontrato i manager italiani di Facebook. Vivono a Londra, ma si sono laureati nelle università italiane e tra i super capi del «clan di Zuckerberg» si dice che abbiano preparazio­ne e creatività superiori agli altri colleghi, americani compresi.

Con i giornalist­i non parlano (vietato dalle regole di Facebook soprattutt­o dopo gli scandali sulla privacy), ma in conferenza, rigorosame­nte in inglese, hanno raccontato ai ragazzi che studiare è importanti­ssimo, ma il voto alla fine conta poco (altro che 110 e lode, uno dei capoccioni ha preso 97), così come stare un sacco di ore in ufficio. «Puoi lavorare ovunque, puoi andare a casa quando vuoi, ma l’importante sono i risultati», spiegano i manager agli estasiati studenti.

«Chi sarà selezionat­o parteciper­à a uno stage pagato a Londra o negli Stati Uniti — dice il professor Rossano Massai, delegato del rettore al job placement —. Sarà un periodo di prova, poi c’è l’assunzione. Oggi le grandi aziende chiedono sì competenze e saperi, ma soprattutt­o creatività. Noi italiani ne abbiamo da vendere».

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