Catania: senza industria 4.0 persi 800 mila posti
Il presidente di Confindustria digitale: serve il credito d’imposta sulla formazione
MILANO Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, va dritto al punto: «Mettere in discussione il piano Impresa 4.0 vuole dire rinunciare a 800 mila nuovi posti di lavoro in tre anni. E rinunciare alla riqualificazione di altrettanti lavoratori nello stesso periodo».
Il governo sta rimodulando il piano varato dal centro-sinistra. Fuori alcune misure (il super-ammortamento, il credito d’imposta sulla formazione digitale dei dipendenti, per esempio). Dentro altre, come il fondo da 15 milioni di euro per il 2019 per le applicazioni di intelligenza artificiale, Blockchain e Internet delle cose.
«Il problema è che si introducono misure disarticolate tra loro, manca un disegno complessivo di politica industriale rispetto alla trasformazione digitale del sistema produttivo. E questo è persino più grave del taglio delle risorse a disposizione», lamenta Catania. «Se il piano Impresa 4.0 è riuscito a far ripartire gli investimenti è perché gli imprenditori ci hanno creduto. Sul buon esito della rivoluzione digitale ci giochiamo il futuro — avverte il presidente di Confindustria digitale —. Perché la perdita degli 800 mila posti di lavoro in tre anni è solo la conseguenza immediata. Se non saremo in grado di centrare il passaggio storico della riconversione digitale del sistema produttivo, le nostre aziende finiranno fuori mercato», avverte Catania. «Se non riusciamo a risalire la china nelle classifiche internazionali della produttività, non lamentiamoci, stiamo facendo il possibile per restare fanalino di coda».
Secondo le stime della federazione aderente a Confindustria, spingendo l’acceleratore sulla digitalizzazione del sistema produttivo si potrebbe guadagnare mezzo punto di crescita del Pil ogni anno. E la crescita del Pil è cruciale per ridurre il rapporto tra debito e Pil sotto il riflettore dell’europa.
Ora la legge di Bilancio che rivede le norme su Industria 4.0 è all’esame del parlamento. Quali modifiche chiedete? «Bene i 15 milioni sul blockchain ma prima ancora è necessario il ripristino del credito d’imposta sulla formazione 4.0 dei dipendenti — risponde Catania —. Tra l’altro non c’è bisogno di stanziare grandi risorse perché la misura quest’anno è diventata operativa solo da pochi mesi quindi i fondi stanziati per il 2018 sono ancora in gran parte da spendere, basterebbe spostarli sul 2019». «E poi è necessario introdurre sgravi fiscali per le aziende che investono sul Cloud. Così chi ha comprato macchine nuove potrebbe connetterle. Infine, se si vogliono davvero dare opportunità di lavoro ai giovani, bisogna potenziare gli Its. Chi li frequenta trova subito lavoro. Ma nella legge di Bilancio mancano i fondi». ● Confindustria digitale è la federazione delle associazioni all’interno di Confindustria che promuovono lo sviluppo dell’economia digitale (da (Assotelcomun icazioni,-asstel ad Anitecassinform)