Corriere della Sera

Valcuha e la parola di Janácek «Due note per un’ossessione»

- Di Enrico Parola

«S casovka». Per spiegare il cuore del teatro musicale di Janácek, Juraj Valcuha ricorre a questa parola: «È un termine ceco che non ha un equivalent­e nelle altre lingue: rappresent­a una struttura ritmico-melodica di almeno due note». Una struttura che scorre lungo tutta l’opera e in cui per il direttore musicale del San Carlo trova «la particolar­ità della scrittura musicale propria solo di questo autore».

Il primo dei tre titoli lirici che Valcuha affronterà in questa stagione è la «Kat‘a Kabanová» del boemo. «Janácek si interessav­a alla melodia della lingua parlata, la sua era quasi un’ossessione: osservava il rapporto fra il significat­o delle parole e il loro suono, quando camminava per le strade aveva sempre un taccuino su cui scriveva frasi brevi o solo alcune parole che sentiva, e insieme annotava le loro melodie e i loro ritmi. Questo gli ha fatto pensare alla musica, e specialmen­te alla musica vocale, in un modo molto diverso rispetto ad altri».

Vocalità che «nei personaggi è legata alla psicologia e ai rapporti sociali fra loro; si adatta al carattere di ciascuno, alla natura del discorso o allo stato d’animo del momento. Però va sottolinea­to come anche la musica strumental­e di Janácek sia strettamen­te

d Quando camminava aveva sempre un taccuino su cui scriveva frasi brevi o solo alcune parole che poi ascoltava

connessa al parlato»; si vede bene nella «Kat‘a Kabanová», dove «tutto è cementato dalla continuità del commento orchestral­e, con la varietà dei ritmi, contro-canzoni, armonie e la scelta dei timbri strumental­i». A Valcuha l’arduo compito di «rendere evidente la grande difficoltà tecnica della sua partitura». Dopo quest’opera, decisament­e rara nei teatri italiani (e non solo), il quarantadu­enne maestro slovacco affronterà uno dei titoli più rappresent­ati di Wagner, «Die Walküre»: «Il mio primo cimento col teatro wagneriano è avvenuto con “Parsifal”, fra qualche mese dirigerò “Tristano e Isotta”, ad aprile qui a Napoli arriverà la Valchiria: è un’opera di grande spessore sinfonico, molto sintetica; le scene sono una più bella dell’altra, ma se devo indicare un vertice assoluto potrei dire la parte finale di Wotan».

Dall’epica nordica dei Nibelunghi all’italia meridional­e ritratta in note da Mascagni in quello che viene indicato come il titolo simbolo del verismo musicale italiano, «Cavalleria rusticana». «In realtà questi mondi non sono cosi diversi: Mascagni a Milano seguiva tutte le opere di Wagner, una settimana dopo la morte del musicista tedesco scrisse un’elegia in suo ricordo». Non ci si stupisce dunque della varietà: «Il teatro San Carlo ha una ricca tradizione del melodramma italiano, pero è sempre stato all’avanguardi­a e ha presentato tutte le novità del mondo musicale europeo nel corso del tempo, dai capolavori wagneriani al “Wozzeck” di Berg».

Passando agli impegni sinfonici, Valcuha è atteso dalla sesta sinfonia di Mahler, «un gigante del tardo romanticis­mo che nel 1889 diresse “Cavalleria rusticana” a Budapest. La sua Sesta sviluppa un percorso che stiamo compiendo con l’orchestra del San Carlo e che è partito dalla “Sinfonia delle Alpi” di Richard Strauss ed è proseguito con le “Danze sinfoniche” di Rachmanino­v», che Valcuha ha appena diretto anche in America con la New York Philharmon­ic.

Ma il cimento più notevole sarà l’integrale delle nove sinfonie di Beethoven in una sola giornata: «Me l’ha proposto il direttore artistico Pinamonti, che anni fa l’aveva vista realizzare a Madrid; rientrerà negli eventi dell’universiad­e 2019. Io le ho fatte in due giorni, in piazza San Carlo a Torino con l’orchestra Rai», di cui il maestro era direttore musicale e che affiancher­à quella del San Carlo: «Farà quattro sinfonie, due al mattino e due al pomeriggio; sono contento di incontrarl­a a Napoli, anche se a Torino continuo a dirigere due programmi a stagione».

Se le due orchestre si dividerann­o la fatica di suonare, l’impegno di dirigere sarà tutto suo: «Nessuna preparazio­ne particolar­e: dirigere ogni settimana un programma diverso di grande sinfonismo tra Europa e Stati Uniti è già un buon allenament­o».

 ??  ?? Spettacolo di successo «Die Walküre» di Wagner, dall’11 al 18 maggio 2019, viene riproposto nello storico allestimen­to con la regia di Federico Tiezzi, scene di Giulio Paolini e costumi di Giovanna Buzzi
Spettacolo di successo «Die Walküre» di Wagner, dall’11 al 18 maggio 2019, viene riproposto nello storico allestimen­to con la regia di Federico Tiezzi, scene di Giulio Paolini e costumi di Giovanna Buzzi
 ??  ?? Bacchetta dai mille mondi Slovacco, 42 anni, Juraj Valcuha (foto di L. Romano), dal 2016 il direttore musicale principale del San Carlo: dopo Janácek, Wagner e Mascagni lo attende il 22 giugno 2019 l’esecuzione integrale delle nove sinfonie di Beethoven è
Bacchetta dai mille mondi Slovacco, 42 anni, Juraj Valcuha (foto di L. Romano), dal 2016 il direttore musicale principale del San Carlo: dopo Janácek, Wagner e Mascagni lo attende il 22 giugno 2019 l’esecuzione integrale delle nove sinfonie di Beethoven è

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