Corriere della Sera

A braccetto

Inter e Milan: «Presto uno stadio moderno assieme» San Siro restaurato, nuovo impianto in zona o altrove

- Guido De Carolis Arianna Ravelli

MILANO La parola nuova è «assieme». Ed è una parola rivoluzion­aria, che potrebbe fare della Milano calcistica un unicum in Europa: se i club più importanti hanno scelto negli ultimi anni di costruirsi ciascuno il proprio stadio di proprietà con la speranza di massimizza­rne i ricavi, Inter e Milan scelgono la convivenza, decidono appunto di stare insieme; se in un San Siro ammodernat­o e «personaliz­zato» per due (la soluzione più facile), in un impianto nuovo nella stessa area di San Siro (lo scenario emerso in queste ore) o in un’area diversa (Sesto San Giovanni?), si vedrà. E anche piuttosto in fretta, visto che l’idea è scegliere che strada seguire entro fine anno. Ma comunque oggi si esclude di giocare in due impianti diversi.

È questo il senso del protocollo d’intesa siglato ieri dalle due società (ed emerso già ai margini dell’ultima assemblea dei soci rossonera), che sancisce la volontà «di lavorare assieme al progetto di realizzazi­one di uno stadio moderno e all’avanguardi­a». Il dialogo è ripreso — su iniziativa del presidente rossonero Paolo Scaroni — quando il Milan ha cambiato proprietà (dal cinese Li al fondo Elliott) e dunque strategie: è, questa, infatti, un’inversione a U rispetto al progetto della società precedente che voleva un impianto in esclusiva. Ma anche l’inter ha modificato un po’ la propria posizione: se la «conditio sine qua non» per i nerazzurri è sempre stata rimanere a San Siro — che comunque resta la prima opzione —, ora Zhang prende in consideraz­ione anche il trasloco, a braccetto col Milan.

Un protocollo d’intesa non significa che le posizioni adesso coincidano perché le preferenze dei tre soggetti in campo che si sono incontrati giovedì (il terzo è il Comune di Milano, proprietar­io di San Siro, che spinge dunque per questa soluzione e potrebbe cedere il diritto di superficie, con un notevole risparmio per i club) restano diverse. Se va male, si può sempre tornare a fare da soli, ma al momento è considerat­o lo scenario con meno possibilit­à.

Perché assieme, innanzitut­to. «Le due società ritengono che uno stadio condiviso sia di primario interesse per tutti gli stakeholde­r da un punto di vista finanziari­o, amministra­tivo e tecnico». Qui c’è tutto l’approccio americano di Elliott, che da quando è arrivato ha sottolinea­to i vantaggi economici nel dividere i costi di costruzion­e e quelli futuri di manutenzio­ne, ma anche i benefici sociali/ecologici che si ottengono occupando la metà del territorio urbano (rispetto a due impianti). Inoltre, al Milan (il futuro a.d. Ivan Gazidis entrerà in carica dal 1° dicembre e intanto si godrà domani Milan-juve a San Siro) hanno già calcolato che uno stadio che va in tv per due partite alla settimana, più magari una in Europa, raccoglie maggiori sponsorizz­azioni di quanto si potrebbe ottenere con un impianto da soli.

Bene, ma a San Siro o altrove? A parità di condizioni economiche, burocratic­he e di tempi, si resterà a San Siro. Ma ora hanno tutti fretta: se si trova una soluzione più efficiente si costruirà un impianto nuovo. E qui entrano in gioco le diverse preferenze, anche quelle inconfessa­te. L’inter spingerà per ristruttur­are San Siro, rendendolo moderno e adeguato alle esigenze dei due club, con due entrate separate e la possibilit­à di «vestirlo» diversamen­te a seconda delle partite, ma a patto di poter sfruttare commercial­mente tutta l’area attorno, per far vi-

Rossoneri

Elliott vuole dividere i costi e considera una struttura ex novo. Idea Sesto San Giovanni

Nerazzurri

Zhang vuole sfruttare commercial­mente tutta l’area di San Siro altrimenti ok al trasloco

vere l’impianto 7 giorni su 7, facendo quindi nascere negozi e hotel. «L’alleanza» con il Milan funge anche da pressing sul Comune, perché acconsenta al progetto. Serve, per esempio, una decisione politica per decidere se sfruttare anche l’area ex Trotto di proprietà della Snai.

Elliott preferireb­be un impianto nuovo per due. E, dentro al Milan, c’è una corrente che ha individuat­o (da tempo) l’area di Sesto San Giovanni come la privilegia­ta. Opzione che difficilme­nte troverebbe l’approvazio­ne dell’inter. Così è spuntata la soluzione numero 3: uno stadio da costruire ex novo, ma vicino a San Siro, che resterebbe vuoto. Difficile, ma non impossibil­e: il tavolo di lavoro congiunto lo sta esaminando.

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 ??  ?? Storico L’impianto di San Siro che domani sera ospiterà Milanjuve: già venduti 70 mila biglietti. L’inter ha appena battuto ogni record d’incasso con il Barcellona incassando 5,9 milioni (Omega)
Storico L’impianto di San Siro che domani sera ospiterà Milanjuve: già venduti 70 mila biglietti. L’inter ha appena battuto ogni record d’incasso con il Barcellona incassando 5,9 milioni (Omega)

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