«È l’anticamera della dittatura» «Parli come i frustrati del Pd» Scontro tra Berlusconi e la Lega
L’ex premier: Salvini faccia cadere il governo, può farlo con il centrodestra
Prende un bel respiro, chiude gli occhi e sferra l’attacco più duro: «Siamo all’anticamera di una dittatura». Ieri Silvio Berlusconi è tornato. E dal congresso dei giovani di Forza Italia ha affrontato di petto il suo più temibile avversario: Matteo Salvini.
Al vicepremier leghista, che sta cannibalizzando i suoi consensi, il Cav ha lanciato accuse di «tradimento» e un monito: «Presto il governo cadrà». Aprendo così le ostilità per una sfida in casa centrodestra che Salvini ha accolto in tempo reale.
«Il clima illiberale lo vede solo lui con qualche burocrate di Bruxelles e qualche frustrato del Pd», ha replicato il ministro dell’interno. E ha colpito basso: «Berlusconi usa le parole che di solito usano i Renzi, le Boldrini, i Saviano e gli Junker ».
Per lanciare il primo vero affondo contro il leader del Carroccio, che a colpi di social ha raggiunto una posizione dominante nel centrodestra, Berlusconi sceglie la platea dei giovani cresciuti sotto l’ala di Annagrazia Calabria, riuniti per eleggere il nuovo coordinatore: Stefano Cavedagna. Berlusconi chiede il loro aiuto: «La cosa che secondo me ci ha tolto molto è la nostra assenza dal mondo del web. Dobbiamo rimediare».
Attacca i Cinquestelle, ma affinché Salvini intenda, aggiunge: «La libertà non si perde di colpo. È una corda tesa che si sfibra, si sfilaccia e alla fine diventa libertà che non c’è più». Un tema ripreso anche da Annagrazia Calabria dopo aver invocato uno «shock generazionale» per l’italia, sognandone uno anche per Forza Italia («Dobbiamo essere il volto del partito»).
Ai cronisti che gli chiedono se preferisca Salvini o il Pd Berlusconi risponde: «I nuovi vertici del Pd condividono le mie preoccupazioni» per il clima illiberale. E si dice convinto che la Lega «smetterà di tradire gli elettori» e farà cadere il governo gialloverde. E allora, prefigura, «ci saranno due possibilità. La prima: un mandato al centrodestra che trovi i voti necessari in Parlamento per formare una maggioranza, o si andrà a nuove elezioni». Per scongiurarle, oltre al sostegno dem, spera in innesti dal «gruppo Misto e parlamentari dell’opposizione che non vorranno andare a casa» o di chi «vorrà tenersi tutti i 14 mila euro di stipendio invece di darne 8 mila al partito».
Ma Salvini non ci pensa affatto. E lo dice chiaro: «Io vado in fondo e sto qua per 5 anni». «Tutto può cambiare. Se il centrodestra è unito bene, anzi benissimo», avverte Salvini. E rimarca: «Il centrodestra mi aveva dato mandato per provare a mettere in piedi un governo con i 5 Stelle. Io lo sto rispettando, portando alta la bandiera di molte battaglie che c’erano nel nostro programma». E continua: «Per alcuni giornali fino all’altro ieri ero un cretino, ora sono uno statista. Non mi ritengo né un cretino né un genio, sono a metà classifica come il Milan. Se firmo un impegno con gli italiani lo rispetto e non passo all’incasso».
Ma sul paventato rischio dittatura Salvini è netto: «Fa sorridere me e tutti gli italiani. Stavolta Berlusconi sbaglia clamorosamente. Magari qualche bagno nella vita vera può servire».