A Roma gli ispettori del Fondo monetario Tria risponde all’ue: crescita rivista al ribasso
Salvini: mancano Derrick e il tenente Colombo. Fontana: il bonus bebè modificato ma rinnovato
ROMA «Non andiamo lì cocciuti: o è così o è pomì. Però è questo» dice Matteo Salvini a proposito del negoziato con la Ue sulla legge di bilancio del 2019. Il governo, che deve rispondere alle osservazioni della Commissione entro mercoledì 13, e che in questi giorni riceve anche la visita degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale, è sicuro di avere margini per ribattere alle critiche. Sia alle perplessità del Fondo sulla crescita attesa, che a quelle della Commissione sulla tenuta dei conti. E si prepara a rispondere alla lettera di Bruxelles confermando, il momento, gli obiettivi.
«Non tocchiamo di una virgola quelli che sono i fondamentali della manovra» assicura Salvini. Il deficit del 2019 resterà al 2,4% del prodotto interno lordo, un tetto massimo, anche se la crescita potrebbe essere più bassa. A frenare il disavanzo ci sarà una clausola automatica di blindatura, che si sta studiando. Per tener conto dei dubbi di Bruxelles, ma anche dei nuovi dati sulla congiuntura, il ministro dell’economia, Giovanni Tria, potrebbe aggiustare un po’ il tiro sulla crescita programmatica. Dall’1,5% l’obiettivo potrebbe essere ridotto ad un più realistico 1,3%.
Accorgimento che avvicina un po’ le posizioni tra Roma e Bruxelles, lascia aperta la possibilità di un compromesso, ma che non cambia l’impianto espansivo della manovra di bilancio. Tria, e lo spiegherà anche ai tecnici del Fmi è convinto che una manovra restrittiva sia deleteria per la crescita e la ripresa. E nella lettera alla Ue proverà anche ad alleggerire un po’ il conto scomputando le spese eccezionali legate al piano sul dissesto idrogeologico.
Il negoziato non è facile e nonostante Tria cerchi di mantenerlo nel più basso profilo possibile, Lega e M5S continuano a tenere alti i toni dello scontro con la Commissione, che fa altrettanto. Ieri è tornato all’attacco il presidente Jean Claude Juncker. «L’italia prende le distanze rispetto alle sue promesse e ai suoi obblighi» ha de detto, ricordando che «la flessibilità ottenuta dall’italia fin qui le ha permesso di spendere 30 miliardi in più rispetto a quanto avrebbe potuto. L’italia è la prima beneficiaria della flessibilità, così come è la prima beneficiaria del piano di investimenti e la seconda dei fondi strutturali. Capisco i problemi dell’italia - ha detto Juncker - ma capisco anche quelli degli altri».
«Gli ispettori a Roma? Ci mancano Derrick e il tenente Colombo, poi li abbiamo tutti» replica Salvini. «Vorrei che ci lasciassero lavorare in pace. Le manovre dei geni che ci hanno preceduto, a cui Juncker applaudiva, hanno massacrato l’economia».
La manovra, intanto, prosegue il suo cammino in Parlamento. Oggi ci saranno altre audizioni, tra cui quelle di Confindustria e dell’ufficio di Bilancio, che già un mese fa non aveva validato le previsioni del governo. Giovedì scade il termine per gli emendamenti, e se ne annunciano centinaia. Uno di questi lo assicura il governo fin da ora per la proroga del bonus bebè che scade quest’anno. Ci sarà anche nel ‘19, dice il ministro Lorenzo Fontana con modifiche per una «miglior efficienza».