Corriere della Sera

Licenziata da Ikea Il giudice conferma: non fu discrimina­ta

Milano, «è stato leso il rapporto fiduciario» La donna: con 2 figli ho bisogno di lavorare

- Di Giampiero Rossi (Lapresse)

I fatti

● Marica Ricutti, 40 anni, separata con due figli, di cui uno disabile, venne licenziata dall’ikea di Corsico (Milano) per il mancato rispetto dei turni di lavoro

● La mamma lavoratric­e, ritenendo discrimina­torio il licenziame­nto, aveva chiesto il reintegro sul posto di lavoro

● Ieri il giudice ha confermato la decisione dello scorso aprile, sottolinea­ndo che «i fatti disciplina­rmen -te rilevanti» contestati dal datore di lavoro sono pienamente confermati»

● All’epoca i colleghi dello stabilimen­to scioperaro­no per due ore in segno di solidariet­à e fecero anche un presidio davanti al luogo di lavoro MILANO Licenziame­nto confermato per la dipendente dell’ikea che, un anno fa, si era presentata in reparto a un orario diverso da quello che le era stato assegnato. Lo stesso giudice del lavoro ha confermato la decisione già presa nel provvedime­nto d’urgenza con cui aveva respinto — nel novembre 2017 — il ricorso della donna contro un provvedime­nto aziendale «discrimina­torio». Nel nuovo dispositiv­o giudiziari­o si legge che «i fatti disciplina­rmente rilevanti contestati dalla datrice di lavoro sono pienamente confermati» e che i comportame­nti della lavoratric­e erano stati «di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore». Ma la Filcams Cgil annuncia ricorso in appello.

Quando tutto è cominciato, a cavallo dell’estate dell’anno scorso, Marica Ricutti, oggi quarantenn­e, lavorava all’ikea da 17 anni. Separata, due figli, uno dei quali disabile, fino a quel momento era riuscita a barcamenar­si, conciliand­o i turni di lavoro con quelli di assegnazio­ne dei bambini, potendo contare anche sull’anziana madre e sui permessi previsti dalla legge 104, per i lavoratori che devono assistere familiari con disabilità. Poi è arrivato il cambiament­o di turno. «Avevo spiegato tante volte che per me sarebbe stato impossibil­e gestire i bambini con il primo turno — racconta Marica Ricutti — ma ogni responsabi­le mi rimbalzava verso un altro. E lo stesso è accaduto con la rappresent­ante sindacale, alla quale nel frattempo mi sono rivolta. Avevo detto che potevo tranquilla­mente fare l’apertura il lunedì mattina, ma possibilme­nte a seguito dei fine settimana di lavoro, perché erano quelli in cui i figli stavano con il padre». In quel periodo la lavoratric­e somma diverse assenze — tra ferie, permessi, malattie — ma arriva il giorno in cui il nuovo ordine di servizio compare sul tabellone. «La rappresent­ante sindacale mi ha detto che la questione era ancora aperta perché non avevano avuto ancora l’incontro richiesto — ricorda — e mi ha suggerito di continuare a presentarm­i ai soliti orari».

Così, per due giorni si presenta in reparto regolarmen­te ma in base alla vecchia turnazione. Lavora per otto ore, ma nascono discussion­i con i superiori e a un certo punto lei sbotta e volano parole pesanti. E poco dopo arriva la lettera di licenziame­nto che ieri ha trovato conferma in tribunale. «I fatti disciplina­rmente rilevanti e contestati dalla datrice di lavoro a Ricutti sono pienamente confermati e la difesa della ricorrente non ha introdotto ulteriori elementi per modificare il giudizio quanto alla proporzion­alità del provvedime­nto espulsivo», scrive il giudice che considera anche «l’insubordin­azione verso i superiori accompagna­ta da comportame­nto oltraggios­o» per la frase «mi avete rotto i c...». È vero che tutto nasce da «obiettive difficoltà familiari e lavorative», ma il licenziame­nto resta.

«La decisione rafforza e riconosce che Ikea ha avuto con Marica Ricutti un comportame­nto corretto e rispettoso della legge — commenta l’avvocato dell’azienda, Luca Failla —. Questa sentenza, per la seconda volta, smentisce le speculazio­ni e le ricostruzi­oni di parte». Ma il segretario della Filcams Cgil milanese, Marco Beretta, annuncia ricorso in appello «perché rimaniamo convinti che il licenziame­nto sia un atto sproporzio­nato e ingiusto». Anche Marica Riccuti affida le sue speranze al secondo grado di giudizio: «Ho due figli e un mutuo, ho bisogno di lavorare — dice — e anche all’ikea sanno che per 17 anni l’ho fatto senza mai ricevere un richiamo».

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 ??  ?? Separata Marica Ricutti, 40 anni, separata e madre di due figli, uno dei quali disabile. La donna è stata licenziata dal negozio Ikea di Corsico a Milano
Separata Marica Ricutti, 40 anni, separata e madre di due figli, uno dei quali disabile. La donna è stata licenziata dal negozio Ikea di Corsico a Milano
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