Tim, parte l’iter per la successione Comitato nomine, Altavilla più vicino
Titolo in calo in Borsa, meno 3,1%. Di Maio: vogliamo un player nazionale
MILANO Serve trovare una soluzione. Subito. La gestione di Amos Genish ha lasciato Tim in mezzo al guado, e senza una guida solida il mercato teme una deriva inarrestabile. Ieri a Piazza Affari i titoli Tim hanno perso il 3,16% proprio per il timore che la società non riesca più ad uscire dalle secche in cui è stata spinta dallo scontro tra Elliott e Vivendi, di cui la cacciata di Genish rischia di non essere l’epilogo ma solo un passaggio. Ieri il vicepremier, Luigi Di Maio, è tornato a spiegare che il governo ha «l’obiettivo di creare un player nazionale della connettività. Questo è quanto stiamo cercato di ispirare e stimolare» con l’emendamento che, modificando il Codice delle Comunicazioni elettroniche, creerà le condizioni per favorire l’integrazione della rete di Tim con Open Fiber.
Il presidente Fulvio Conti, che ieri è partito per Londra, ha convocato il consiglio domenica prossima per nominare il nuovo amministratore delegato. Oggi è in programma la riunione del comitato nomine che deve istruire la pratica per la successione e chiudere la pratica Genish. Il manager israeliano resterà nel consiglio di Tim, ma perderà la carica di direttore generale. Dopo le accuse lanciate al board, i legali starebbero anche valutando se avviare la pratica di licenziamento per giusta causa.
Ad oggi una scelta chiara sulla successione non è ancora emersa. Alfredo Altavilla resta il candidato numero uno: ha la fiducia di Elliott e la non ostilità di Vivendi. Potrebbe essere affiancato da Stefano De Angelis come direttore generale. Alcuni consiglieri avrebbero anche sondato Luigi Gubitosi. Sul tavolo al momento non ci sono altri nomi e un candidato esterno è improbabile. In caso di impasse sulla nomina qualcuno ha ipotizzato il conferimento dei poteri a Conti, affiancato da tre direttori generali. Ma lo schema sarebbe stato superato.
Essendo al contempo candidato al ruolo di amministratore delegato e presidente del comitato nomine, Altavilla oggi dovrebbe dimettersi dal comitato. Il quale ha il compito di dare indicazioni non vincolanti sui nomi. In teoria il comitato potrebbe anche limitarsi a tracciare un identikit del prossimo amministratore delegato di Tim, rimettendo la decisione sul nome al consiglio. Ma i tempi rischierebbero di allungarsi.
Ieri sera è girata la voce di una richiesta di assemblea in arrivo da Vivendi prima di domenica. Alcuni osservatori fanno tuttavia notare che se i francesi riprendessero il controllo del board di Tim, si riattiverebbero tutte le procedure nelle quali erano incorsi: dalla questione del controllo di fatto imputato dalla Consob, ai limiti imposti dall’agcom, al «golden power». Rischierebbero di non andare molto lontano. Ma è certo che non arretreranno di un passo ed è molto probabile che voteranno contro qualunque candidato proposto dal consiglio.