Corriere della Sera

Berlusconi festeggia la piazza Sì Tav: M5S inquietant­i, il governo non dura

Il sit-in a Torino. Tajani: Cirio candidato in Piemonte. Ma la Lega: l’intesa non c’è

- Gabriele Guccione

TORINO L’aveva promesso, Silvio Berlusconi: «Torneremo nelle piazze». E così è stato. Il primo banco di prova ieri a Torino, dove sotto le finestre della sindaca No Tav Chiara Appendino hanno ripreso a sventolare un migliaio di bandiere tricolore e sono tornate a risuonare le note dell’inno del 1994, con quel «siamo tantissimi» reminiscen­za più dei bei tempi andati che della piazza convocata per ribadire il «Sì» degli azzurri all’alta velocità dopo la marea arancione che il 10 novembre ha inondato la città della Mole.

Non è ancora il momento di protestare contro la manovra dell’esecutivo M5s-lega, per quello il Cavaliere ha dato appuntamen­to a breve. Ma le intenzioni belliche di Forza Italia non sono mai state tanto chiare, è solo questione di tempo. «Sono ogni giorno più convinto che l’anomalia del governo gialloverd­e non possa durare a lungo. Le loro contraddiz­ioni cominciano a esplodere insanabili, presto arriverà il momento in cui il centrodest­ra avrà di nuovo la possibilit­à di guidare l’italia»: si sentono leggere, dal palco, i manifestan­ti di Torino. Il messaggio porta la firma di Silvio Berlusconi.

Il leader azzurro torna a sperare in un avvicendam­ento: via l’alleanza M5s-lega e largo a un esecutivo di centrodest­ra. Per lui i «grillini al governo si confermano coerenti con un progetto inquietant­e di decrescita, ostile all’impresa, allo sviluppo, al lavoro, alle infrastrut­ture». Basti vedere l’atteggiame­nto tenuto dagli alleati di Matteo Salvini sulla Tav: «Una battaglia simbolica che vede contrappos­te due visioni opposte dell’economia e della società». Il Cavaliere preme sul leader della Lega affinché rompa quello che Antonio Tajani, dal palco di Torino, ha definito «un matrimonio contro natura». Il numero uno del Carroccio cerca però di sminuire la portata dell’ultimo faccia a faccia tra i due: «Abbiamo preso un caffè. Io zuccherato». E non sembra aver fretta, anche se Tajani fa notare che «i contrasti tra Lega e M5S stanno aumentando di giorno in giorno» e pronostica che «il panettone che mangeranno a Natale sarà avariato e l’uovo di Pasqua scaduto». Per il presidente dell’europarlam­ento — accolto sotto la Mole davanti a un binario dell’alta velocità, alla stazione di Porta Nuova, dal commissari­o di governo sulla Torino-lione, Paolo Foietta — dopo le europee «sarà necessario dare vita a un nuovo governo, di centrodest­ra».

Intanto la piazza di Torino, riempita anche grazie ai pullman organizzat­i dal deputato Osvaldo Napoli, urla il suo «Sì» alla Tav e applaude la capogruppo forzista alla Camera, Mariastell­a Gelmini, quando indica le finestre di Appendino e scongiura: «Liberiamo l’italia da questi incapaci». La Lega, oggi, se ne sta in silenzio. E anche quando il numero due degli azzurri, Tajani, in nome della ritrovata unità del centrodest­ra, presenta alla folla Alberto Cirio, 45 anni, eurodeputa­to originario di Alba, come sfidante di Sergio Chiamparin­o nella corsa per la presidenza della Regione Piemonte («Forza Italia vuole che sia lui il candidato unitario») la reazione del Carroccio è glaciale. «È una loro proposta, la valuteremo», tagliano corto ai piani alti del partito. E il numero uno dei deputati leghisti e segretario della Lega piemontese, Riccardo Molinari, prende tempo: «Non c’è ancora nessun accordo. Ma se spetterà a Forza Italia decidere il candidato, Alberto Cirio potrebbe essere un ottimo nome».

«Visioni opposte» L’ex premier: sull’alta velocità sfida simbolica tra due visioni differenti di economia e società

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(Ansa) A Palazzo CivicoLa manifestaz­ione di Forza Italia a favore della Tav organizzat­a ieri davanti al Comune di Torino
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Eurodeputa­to Alberto Cirio, 45 anni, è stato lanciato come candidato di FI per la Regione Piemonte

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