Trump tra ceneri e macerie nella California in ginocchio Indagini sulla rete elettrica
La visita lampo di Donald Trump comincia con la stretta di mano a Jerry Brown, il governatore uscente della California. L’emergenza dell’incendio più devastante del secolo impone di accantonare le polemiche degli ultimi mesi. Il presidente, Brown e il governatore appena eletto, il democratico Gavin Newsom, hanno sorvolato con un elicottero le zone più colpite in un’area di 600 chilometri quadrati, tra Paradise e Chico, a nord della città di Sacramento.
Trump ha visto le fiamme che continuano a divorare metà del territorio; ha letto i numeri più aggiornati, ma ancora largamente provvisori, della strage: 74 morti, 1.011 dispersi.
A Washington, prima di imbarcarsi sull’air Force One, il leader della Casa Bianca era tornato sulle possibili cause del disastro: «Discuteremo della gestione delle foreste. È una cosa che tutti sanno e che andava fatta molti anni fa». In un’intervista a Fox, in parte anticipata venerdì 16 novembre e oggi in onda nella versione integrale, Trump ha detto di essere «rimasto profondamente colpito» dalle immagini dei soccorritori che rimuovevano sterpaglie e cespugli secchi. Il presidente aveva anche riconosciuto, per la prima volta, che «il climate change» potrebbe aver favorito «un po’» la furia del fuoco.
In realtà non si sa ancora nulla sulle cause che hanno innescato il fronte a Nord dello Stato e quello, altrettanto esteso, alle porte di Malibù, Los Angeles. La siccità, certo: a Paradise non piove da 200 giorni. I venti forti e incessanti. Probabilmente anche l’insufficiente cura dei boschi e delle foreste. Ma da dove vengono le scintille? Per il momento gli esperti della Cal Fire, il dipartimento californiano per la prevenzione degli incendi, ragionano sulle statistiche e sui precedenti: l’87% dei focolai è provocato dagli uomini, il restante 13% dai fulmini o rari casi di autocombustione. L’attenzione, scrive il New York Times, si sta concentrando sui cavi e i tralicci della Pacific Gas and Electric Company. La stessa Cal Fire ha accertato che l’anno scorso, 17 su 21 grandi incendi, furono innescati da guasti nella rete della principale società elettrica dello Stato. E in Borsa i titoli della Pacific Gas and Electric sono già crollati del 20%.
Trump, comunque, dopo aver elogiato «il coraggio» dei pompieri e degli altri soccorritori, molti volontari, ha assicurato la «massima assistenza» alla popolazione della California. Nei giorni scorsi aveva dichiarato lo stato di «calamità nazionale», accogliendo la richiesta del governatore Brown. In particolare il governo federale potrà fornire aiuti alle persone rimaste senza casa o sfollate in via precauzionale: sono oltre 52 mila solo nella regione di Paradise. Le abitazioni distrutte sono più di 10 mila.
Il presidente si è poi spostato a Thousand Oaks, circa 60 chilometri a nordovest di Los Angeles, per incontrare alcuni famigliari delle 13 persone uccise in un bar, l’ 8 novembre scorso.