«Abbattimenti inutili Vanno sterilizzati con esche alimentari»
«Potrebbe essere questo l’anno zero, l’anno giusto per trovare insieme una soluzione diversa al fenomeno-cinghiali», dice Massimo Vitturi, responsabile per la Lav (Lega anti vivisezione) dell’area Animali Selvatici. «Ma le amministrazioni dovrebbero finanziare di più la ricerca e anche il cacciatore, lo dico senza acredine, purtroppo oggi non vede al di là del suo fucile: così, le soluzioni alternative alla “braccata” (caccia in battuta ndr) interessano poco. E invece ci sarebbero», continua lo scienziato animalista.
Quali? «Per esempio la sterilizzazione per 3-5 anni grazie
I test
«Il farmaco testato su animali in cattività: non genera stress o altera il comportamento»
alla somministrazione, attraverso il cibo, di un vaccino contraccettivo, il Gonacon, su cui attualmente si sta studiando. Ma voglio fare una premessa — ragiona Vitturi —, questa presunta invasione di cinghiali sul territorio è la più chiara dimostrazione che la caccia all’animale è inefficace. Anzi, la forte pressione venatoria induce nell’esemplare proprio lo stimolo a riprodursi, allo scopo di ripristinare la consistenza numerica del branco prima della “braccata”. Ma capisco il peso delle lobby e gl’interessi in gioco: il floridissimo mercato nero della carne di cinghiale, per esempio, pagata 6-8 euro al chilo ai cacciatori da agriturismi e ristoranti».
Funziona così anche nel resto d’europa? «Purtroppo sì — dice il responsabile animali selvatici della Lav —. Il problema anche in Francia o Germania oggi si affronta con le doppiette. Ma ci sono tanti metodi non cruenti che invece funzionano e con gli opportuni investimenti potrebbero dare risultati ancora più importanti: penso alla costruzione di barriere e recinzioni anche elettrificate, come succede in Liguria. Alle coltivazioni a perdere, con campi interi nel Lazio e in Abruzzo sacrificati ai cinghiali per salvare le colture. O al progetto Life Strade finanziato l’anno scorso con fondi Ue in Umbria e Toscana: strumenti tecnologici di dissuasione per tenere lontani i cinghiali da strade e centri abitati, dove sempre più spesso ce li troviamo davanti perché scappano dai cacciatori. La caccia al cinghiale, per legge, dal 2005 potrebbe essere aperta tutto l’anno, anche se poi sono le Regioni che in autonomia ne fissano i calendari».
Sterilizzarli, allora: «Sì, sarebbe un metodo efficacissimo. Per ora il farmaco Gonacon, però, costo 6-12 dollari a dose, attivo su maschi e femmine, è somministrabile solo attraverso iniezione — chiosa Vitturi —. E così costerebbe troppo correre dietro a 50 cinghiali per catturarne uno solo e poi pagare anche il veterinario per praticargli la puntura. Ma in Inghilterra stanno studiando il modo per somministrare il vaccino attraverso le esche alimentari. Anche in Maremma è stata avviata una ricerca sulle esche».
«È chiaro — conclude lo scienziato Lav — che questo sarebbe un metodo assai più economico. Ed è già dimostrato che il farmaco, testato su animali in cattività, non ne altera il comportamento sociale e non genera stress. Si bloccherebbe così la riproduzione e grazie alla mortalità naturale il numero dei cinghiali si ridurrebbe in poco tempo. Senza versare sangue innocente».