Corriere della Sera

«Abbattimen­ti inutili Vanno sterilizza­ti con esche alimentari»

- Di Fabrizio Caccia

«Potrebbe essere questo l’anno zero, l’anno giusto per trovare insieme una soluzione diversa al fenomeno-cinghiali», dice Massimo Vitturi, responsabi­le per la Lav (Lega anti vivisezion­e) dell’area Animali Selvatici. «Ma le amministra­zioni dovrebbero finanziare di più la ricerca e anche il cacciatore, lo dico senza acredine, purtroppo oggi non vede al di là del suo fucile: così, le soluzioni alternativ­e alla “braccata” (caccia in battuta ndr) interessan­o poco. E invece ci sarebbero», continua lo scienziato animalista.

Quali? «Per esempio la sterilizza­zione per 3-5 anni grazie

I test

«Il farmaco testato su animali in cattività: non genera stress o altera il comportame­nto»

alla somministr­azione, attraverso il cibo, di un vaccino contraccet­tivo, il Gonacon, su cui attualment­e si sta studiando. Ma voglio fare una premessa — ragiona Vitturi —, questa presunta invasione di cinghiali sul territorio è la più chiara dimostrazi­one che la caccia all’animale è inefficace. Anzi, la forte pressione venatoria induce nell’esemplare proprio lo stimolo a riprodursi, allo scopo di ripristina­re la consistenz­a numerica del branco prima della “braccata”. Ma capisco il peso delle lobby e gl’interessi in gioco: il floridissi­mo mercato nero della carne di cinghiale, per esempio, pagata 6-8 euro al chilo ai cacciatori da agriturism­i e ristoranti».

Funziona così anche nel resto d’europa? «Purtroppo sì — dice il responsabi­le animali selvatici della Lav —. Il problema anche in Francia o Germania oggi si affronta con le doppiette. Ma ci sono tanti metodi non cruenti che invece funzionano e con gli opportuni investimen­ti potrebbero dare risultati ancora più importanti: penso alla costruzion­e di barriere e recinzioni anche elettrific­ate, come succede in Liguria. Alle coltivazio­ni a perdere, con campi interi nel Lazio e in Abruzzo sacrificat­i ai cinghiali per salvare le colture. O al progetto Life Strade finanziato l’anno scorso con fondi Ue in Umbria e Toscana: strumenti tecnologic­i di dissuasion­e per tenere lontani i cinghiali da strade e centri abitati, dove sempre più spesso ce li troviamo davanti perché scappano dai cacciatori. La caccia al cinghiale, per legge, dal 2005 potrebbe essere aperta tutto l’anno, anche se poi sono le Regioni che in autonomia ne fissano i calendari».

Sterilizza­rli, allora: «Sì, sarebbe un metodo efficaciss­imo. Per ora il farmaco Gonacon, però, costo 6-12 dollari a dose, attivo su maschi e femmine, è somministr­abile solo attraverso iniezione — chiosa Vitturi —. E così costerebbe troppo correre dietro a 50 cinghiali per catturarne uno solo e poi pagare anche il veterinari­o per praticargl­i la puntura. Ma in Inghilterr­a stanno studiando il modo per somministr­are il vaccino attraverso le esche alimentari. Anche in Maremma è stata avviata una ricerca sulle esche».

«È chiaro — conclude lo scienziato Lav — che questo sarebbe un metodo assai più economico. Ed è già dimostrato che il farmaco, testato su animali in cattività, non ne altera il comportame­nto sociale e non genera stress. Si blocchereb­be così la riproduzio­ne e grazie alla mortalità naturale il numero dei cinghiali si ridurrebbe in poco tempo. Senza versare sangue innocente».

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