Sofia, a 18 anni, parla per le donne La prima italiana al Ted di New York
La ragazza del liceo Alfieri di Torino è stata scelta tra 75 mila studenti nel mondo
«Ero sicura di morire di vergogna su quel palco, invece è andata bene. Ho trasmesso il mio messaggio. E anche i discorsi degli altri oratori erano belli. Sì, sono soddisfatta. Anzi, euforica». Sofia Guidi, 18 anni, studentessa dell’ultimo anno del liceo classico Alfieri di Torino, ieri è salita sul palco del Ted-ed di New York, la conferenza annuale dedicata ai giovani oratori di tutto il mondo: è la prima ragazza italiana, selezionata tra circa 75 mila studenti di 130 Paesi, a farlo. E per la sua prova ha scelto di parlare della legge russa che depenalizza la violenza domestica nei confronti di donne e bambini.
New York l’ha accolta giovedì con una grande nevicata: «Tutti quei fiocchi però sono riusciti ad allentare la tensione Chi è
● Sofia Guidi, 18 anni, studia al liceo «Vittorio Alfieri» di Torino
● Scelta tra circa 75 mila candidature da tutto il mondo, ieri è salita sul palco di TEDED di New York, per parlare della legge russa che depenalizza la violenza domestica nei confronti di donne e bambini che provavo — racconta Sofia —. Mi sono persa nell’atmosfera bianca e rarefatta, a un certo punto ho preferito scendere dal taxi e camminare. A ogni passo mi sentivo sempre più parte di questa incredibile avventura». Al suo fianco la professoressa Gabriela Alvarez, sua insegnate di inglese all’alfieri, licenziataria in Italia per conto di Teded Usa. Legatissime, in questi giorni molti le hanno scambiate per madre e figlia.
Gabriela era seduta proprio di fronte alla sua allieva mentre ha pronunciato il suo discorso di fronte a un pubblico internazionale composto per lo più da coetanei. Ha fatto molte prove Sofia prima di essere tranquilla: «Nonostante sapessi che il mio argomento interessava molti altri miei colleghi e che gli stessi coach americani, Ashley e Dan, fossero soddisfatti di come lo esponevo, ero comunque tanto nervosa».
Agli inizi del suo percorso dentro il club torinese del Ted-ed non aveva le idee molto chiare sui temi che avrebbero potuto catturare il suo interesse per poi essere presentati sul palco a New York. A cambiarle la prospettiva è stato un articolo del Corriere della Sera sulla depenalizzazione delle violenze domestiche in Russia. Leggerlo l’ha sconvolta: ha iniziato a interessarsi a queste donne massacrate dai mariti e sbeffeggiate dalla polizia russa che, invece di proteggerle, si prendeva gioco di loro. «Dopo avere approfondito queste storie — dice citando un passaggio del suo talk — mi sono resa conto che la realtà non era come mi aspettavo, o quella in cui credevano i miei insegnanti e i miei genitori: l’uguaglianza di genere non è sempre reale nel mondo, così come le vittime di violenza non sempre ricevono abbastanza aiuto o protezione».
Lavorando sulla ricerca e sulla scrittura per il Ted, ha deciso che frequenterà la facoltà
La denuncia sul palco «L’uguaglianza non è una realtà e le vittime non sempre ricevono aiuto e protezione»
di Psicologia proprio per poter essere, un giorno, d’aiuto alle donne in difficoltà.
Ma prima c’era il Ted. Paura ed emozione nelle ore che hanno preceduto il momento di parlare davanti al pubblico, ma poi è venuto fuori il lavoro degli ultimi mesi: l’argomento e l’esposizione hanno esaltato la platea. Quella ragazza bionda che ripeteva in perfetto inglese il suo discorso passeggiando per Central Park, sul palco del Ted ha lasciato il posto alla determinazione della giovane donna pronta a affrontare il mondo.