«Ho saputo da un barista che mio padre era Presidente Che brutto vivere al Colle»
L’ex democristiano: il golpe? Fu una menzogna del Pci
P di Pier Luigi Vercesi rofessor Mario Segni, ci svela perché nella storia dell’italia repubblicana così tanti personaggi politici di spicco sono sardi?
«Il mistero è ancora più fitto. Non sardi: sassaresi. Anzi: non sassaresi, della parrocchia di San Giuseppe. Nel raggio di trecento metri sono nati due presidenti della Repubblica, mio padre Antonio e Francesco Cossiga, il capo più amato dei comunisti italiani, Enrico Berlinguer, e suo cugino, Luigi, ministro della Pubblica istruzione, Arturo Parisi e altri meno in vista. Hanno studiato tutti al liceo Azuni, lo stesso frequentato da Palmiro Togliatti, noto a Sassari per non aver mai preso meno di dieci in un compito in classe».
Mi sta dicendo che c’era una lobby capitanata dal parroco di «San Giuseppe»?
«Dico solo che la Sardegna c’entra poco. Però il parroco fu sempre lo stesso, monsignor Giovanni Masia, rimasto a presidiare la posizione fin oltre i novant’anni. Era un cattolico d’assalto, carattere non facile, per cui non piaceva a tutti. Mio padre gli era affezionato e a Messa si metteva sempre dietro l’altare. Cossiga abitava a 20 metri dalla parrocchia, da piccolo era il pupillo del prete. Anche i Berlinguer gli erano legati. In quel raggio di 300 metri abitava la buona borghesia cittadina, benestante, ma non ricca. Fare impresa in Sardegna era difficile, quindi le migliori menti si dedicavano alle professioni. Dopo veniva la politica. E Sassari faceva la differenza, perché i sassaresi votavano per i sassaresi. La terra contava più del colore politico. Quando mio padre venne candidato alla presidenza della Repubblica, Mario Berlinguer, papà di Enrico, deputato socialista prima del fascismo e aventiniano, fece una campagna sfegatata per il suo concittadino. Se non fosse stato un eroe della sinistra italiana lo avrebbero cacciato».
Già che siamo sul filone dei misteri, restiamoci,