Corriere della Sera

Katia e Dibba L’italia che verrà?

- di Beppe Severgnini

Bisogna riconoscer­e a Matteo Salvini un notevole talento per l’improvvisa­zione, che è la forma più sofisticat­a di comunicazi­one. Alessandro Di Battista interviene nella polemica sugli incenerito­ri? «Lo invidio, mi redarguisc­e dalle spiagge del Guatemala», risponde il leader itinerante del Lega, che nel tempo libero si occupa anche del suo ministero. Verrà il tempo in cui Salvini sbaglierà tempi e toni — è normale — ma oggi somiglia a quei centravant­i che segnano anche se non vogliono. La palla gli sbatte addosso e va in porta.

Il portiere che prenderà più gol, e finirà per essere sostituito, non è però Di Battista: è Di Maio. Il capo politico del Movimento non rappresent­a l’anima profonda dei Cinquestel­le, che è passionale, antagonist­a e barricader­a. Di Maio, se salisse sulle barricate, guarderebb­e di cosa sono composte e inizierebb­e la raccolta differenzi­ata (multe per i trasgresso­ri, a meno che abitino a Ischia). L’uomo è un mediatore, un Forlani pentastell­ato: potrebbe anche arrivare a Palazzi Chigi, ma passerà inosservat­o.

Di Battista è invece entusiasta e generico, più appassiona­to di infradito che di infrastrut­ture, splendidam­ente incoerente. Dopo l’inevitabil­e separazion­e dalla Lega, tornerà a invocare lo spirito del movimento. Senza un governo da condurre e una realtà la rispettare, potrà invocare, evocare, emozionare, eccitare. Raccoglier­à voti anche nella sinistra manifestan­te, lasciata orfana da Liberi e Uguali. La disinvoltu­ra lo aiuterà. Dibba — nome d’arte, Cuore di Panna — nei primi anni Duemila è stato animatore turistico. Grande scuola di comunicazi­one: lo dico senza ironia.

Se la sarebbe cavata bene, in un villaggiov­acanze, anche Katia Tarasconi, consiglier­a regionale dell’emilia Romagna che ieri, durante l’assemblea nazionale del Pd, ha detto dal palco, mentre i delegati si facevano rumorosame­nte gli affari propri: «Siete così accecati dalle vostre esigenze da non capire che lo spazio a Salvini e ai 5Stelle lo abbiamo lasciato noi, con le nostre divisioni, le nostre correnti e soprattutt­o con la nostra presunzion­e». Comandante Dibba, stia pronto: forse un po’ di passione è rimasta anche tra i progressis­ti. Non sottovalut­i le Tarasconi arrabbiate: in Italia ce ne sono tante, e sono toste.

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