Corriere della Sera

Accelerato­re sui cantieri e fondo per le startup, il nuovo piano della Cdp

La Cassa: anticipare i soldi ai creditori dello Stato

- di Fabrizio Massaro

Comincia a delinearsi il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti come braccio armato per lo sviluppo secondo la visione del governo Lega-m5s. Il piano industrial­e in fase di elaborazio­ne da parte del neo amministra­tore delegato, Fabrizio Palermo, 47 anni, che deve essere approvato dal consiglio di amministra­zione a inizio dicembre, prevedereb­be alcune funzioni di sostegno finanziari­o allo Stato, a cominciare dall’anticipazi­one dei pagamenti dei crediti delle imprese verso la pubblica amministra­zione nonché dei fondi struttural­i nazionali ed europei.

Tra gli altri elementi del piano — anticipati ieri dall’agenzia Agi — rientrereb­be, secondo alcune bozze, la nascita di un «accelerato­re per le infrastrut­ture», ovvero un’unità a sostegno della pubblica amministra­zione per lo sviluppo dei piani infrastrut­turali — acqua, trasporto pubblico locale, rifiuti — e di riqualific­azione urbana delle grandi città, anche attraverso la preparazio­ne e la gestione dei bandi di gara e la «valorizzaz­ione delle opportunit­à offerte dai fondi Ue per la mobilizzaz­ione di investimen­ti pubblici e privati». Nei piani c’è anche la creazione di una sgr per finanziare le startup (misura anticipata nei giorni scorsi dal sottosegre­tario pentastell­ato alla presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni, agli Stati Generali del credito a Milano), nonché la nascita di fondi di private equity per attrarre capitali privati. Il piano prevede inoltre la creazione di una cabina di regia pubblica per indirizzar­e gli investimen­ti e l’aumento delle risorse.

Si tratta della declinazio­ne in senso industrial­e di quello che politicame­nte, secondo il «contratto di governo» tra Lega e Cinquestel­le, deve essere il ruolo di Cdp come «banca pubblica degli investimen­ti», sia pure nell’ambito dei vincoli di statuto della Cassa — che non può essere banca in senso stretto per non rientrare nei vincoli patrimonia­li propri degli istituti di credito — della protezione dei soci di minoranza, cioè le Fondazioni, che hanno il 16% circa, e soprattutt­o a tutela della ricchezza più grande della Cassa, che è il risparmio postale. È un punto fermo su cui le Fondazioni non intendono cedere, come ha ribadito venerdì Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo e dell’acri: «Noi vogliamo che la Cassa svolga la sua funzione, il suo ruolo nel rispetto dello statuto e senza andare in operazioni avventuros­e. Abbiamo detto no ad Alitalia perché lo statuto lo vieta: la Cdp non può entrare in aziende che sono in perdita e che possono avere un effetto negativo per la Cassa», come perdite o rischi futuri.

All’interno di questi paletti, la Cdp targata Palermo sta studiando le possibilit­à di potenziare l’intervento sul territorio e a favore della crescita. Per esempio, una delle ipotesi è che Cdp sostenga la pubblica amministra­zione attraverso un «aumento degli strumenti finanziari» che comprender­à «lo sviluppo del servizio di tesoreria, l’anticipazi­one dei fondi struttural­i e l’anticipazi­one del pagamento dei debiti della PA». Si tratta di indicazion­i dalle slide della bozza del piano industrial­e 2019-2023 di Cdp circolate ieri. L’ente presieduto da Massimo Tononi e controllat­o dal Tesoro prevede inoltre «un ampliament­o dei servizi di supporto per la gestione dei fondi pubblici nazionali ed europei» e «l’individuaz­ione di opportunit­à di ottimizzaz­ione nella gestione dei bilanci degli enti» pubblici. Si punta infine su un «sostegno al processo di digitalizz­azione dei pagamenti da e verso la Pubblica Amministra­zione».

Cdp inoltre elaborerà piani di riqualific­azione urbana per almeno sei grandi città (Genova, Torino, Venezia, Roma, Napoli e Palermo) da realizzare in collaboraz­ione con la Pubblica Amministra­zione. prevista anche la riqualific­azione degli immobili di proprietà della Cdp e il sostegno alla realizzazi­one di infrastrut­ture locali.

Il piano dovrà inoltre chiarire il ruolo di Cdp nelle partite politicame­nte più calde come le privatizza­zioni — si è parlato nei giorni scorsi del passaggio sotto Cdp di Leonardo, Enav e del 3,3% di Eni in mano al Tesoro — l’ipotesi dell’acquisto degli immobili di Stato e la possibile nascita di una società unica della rete in fibra ottica tra Tim (di cui Cdp ha il 5%) e Open Fiber, a metà tra Cassa Depositi e Enel.

Le infrastrut­ture

Il sostegno agli enti locali per lo sviluppo delle reti idriche, trasporto e rifiuti

Le grandi città

Per Genova, Palermo, Torino, Napoli, Venezia, Roma previsti piani di riqualific­azione urbana

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Al vertice Fabrizio Palermo, 47 anni, amministra­tore delegato di Cassa Depositi e Prestiti. Un passato in Fincantier­i

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