Corriere della Sera

Vale guarda Viñales da lontano L’ultimo atto di un anno horror

Rossi solo 16°, il compagno in pole: «Ma se piove vado molto bene»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Tra la prima e la sedicesima casella della griglia ci sono 45 metri e il senso finale di una stagione. Un senso piccolo, ovvio, perché poi che cosa cambia arrivare terzi o quarti in un Mondiale? «Se il secondo è il primo dei perdenti, figurati gli altri...», sorride Giacomo Agostini con la consueta, sintetica saggezza. D’accordo, c’è la questione della supremazia in Yamaha. Però anche qui, diciamocel­o: dopo un’annata così triste sarà davvero importante vincere il premio Male Minore?

Comunque sia, oggi va così: nell’ultimo Gp del 2018, in pole c’è Maverick Viñales e indietro sei file prova a rimontare il suo compagno Valentino Rossi, 2 punti sopra il rivale ma incastrato in una qualifica pessima (ha mancato pure la Q2) preceduta da prove ancora peggiori sull’asfalto in conuna dizioni miste, quelle che detesta: a un tratto un highside lo ha lanciato nel cielo per farlo ricadere sulla spalla sinistra, che ora un po’ gli duole. Insomma, «una giornata molto difficile, senza feeling con la moto». E capirai la novità: è stato il refrain più alla moda del 2018, stupirebbe il contrario.

C’è però un però: la variabile bagnato. Così — mentre scherza sul fatto che quando va male lui va bene Viñales e viceversa («È perché abbiamo sola moto buona e ce la scambiamo: qui è toccata a lui...) — Valentino apre a una possibilit­à per oggi dopo il sabato semiasciut­to: «Sul bagnato vado molto bene». E siccome le previsioni sono da anguille negli stivali, ecco che le sue quotazioni risalgono: «Il problema sarà tutta l’acqua che prenderò in faccia in partenza. Ma se ci sarà un buon passo si può recuperare». In questi casi, con molta originalit­à, si dice che il pilota fa la danza della pioggia: se la farà Rossi, non la farà certo Viñales, il quale sul bagnato è meno sicuro. Resteranno comunque da domare gli altri: Dovizioso e Petrucci in primis; poi Zarco, Rins e vari outsider avventizi che con l’ombrello diventano supereroi; e ovviamente Marquez, artefice di una mezza impresa.

Al primo giro di qualifica, dopo una scivolata, gli è uscita la spalla sinistra, un suo In ginocchio Valentino Rossi si rialza dopo la caduta sul circuito di Valencia. Oggi partirà dalla sedicesima posizione in griglia

(Afp) classico problema: gli era capitato persino durante i festeggiam­enti per il titolo in Giappone. MM non ha fatto una piega: si è alzato, è tornato al box, si è fatto rimettere la spalla in sede ed è ripartito, cogliendo la seconda fila col quinto tempo «senza rischiare troppo...». È l’ennesima prova di come pensi differente un pilota di moto, oltretutto già campione del mondo e dunque, secondo un certo banale modo di ragionare, «appagato». Ecco, provate a dirlo a lui... «Io provo a vincere, a dicembre metteremo a posto tutto». Cioè si opererà. Nel frattempo oggi non stupiamoci se, mentre gli altri si occuperann­o delle loro beghe di famiglia, lui si prenderà pure questa gara. Anche se non vale niente, per Marc varrà tutto. Ecco perché è il Migliore per distacco.

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(Epa) Davanti Luca Marini

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