Corriere della Sera

Peculato, in Lombardia i primi politici «salvati»?

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

«Le spese sostenute dal consiglier­e regionale per far fronte alle proprie esigenze alimentari neanche latamente possono rientrare in spese di rappresent­anza», tanto più che «già percepiva indennità di funzione e diaria di rimborso spese», sicché «la pretesa di rimborsare i pasti si tradurrebb­e in un'intollerab­ile e non prevista duplicazio­ne di somme erogate dalla Regione». Cinque novembre 2018, Cassazione, VI sezione: ecco qui la data e la ragione dell’improvvisa urgenza leghista di infilare nella legge anticorruz­ione — prima invano in Commission­e venerdì scorso, e poi l’altro ieri con successo alla Camera — una norma che escluda dal perimetro del peculato le spese allegre degli amministra­tori locali.

La Cassazione, sulla posizione di un ex consiglier­e regionale Pd in rito abbreviato, boccia la rilettura giuridica con cui la Corte d’appello milanese aveva declassato il peculato (non prescritto) nella meno grave truffa per conseguire contributi pubblici (già prescritta). Ma rimarcando che pasteggiar­e per migliaia di euro a spese dei cittadini è peculato, la Cassazione ha già di fatto orientato la sentenza che il Tribunale di Milano leggerà il 18 gennaio (a 6 anni dall’inchiesta e quasi 2 dalla requisitor­ia del pm Paolo Filippini) su 57 coimputati del collega Pd Carlo Spreafico. I quali in casa leghista hanno fatto carriera: Massimilia­no Romeo capogruppo dei senatori di Matteo Salvini, Fabrizio Cecchetti vice capogruppo alla Camera, Angelo Ciocca eurodeputa­to (che con la scarpa calpestò una lettera del commissari­o europeo Moscovici), Jari Colla e Ugo Parolo, deputati.

Per loro — come in futuro per altri leghisti alle prese in giro per l’italia con condanne già avute in Appello (il capogruppo dei deputati Riccardo Molinari e l’ex governator­e Roberto Cota in Piemonte) o chieste in Tribunale (il viceminist­ro Edoardo Rixi in Liguria) — o dunque in extremis si cambia la legge oppure resta solo la speranza di essere assolti nella materialit­à dei fatti, perché ormai fissata è la qualifica giuridica di peculato. Reato da cui la legge Severino del 2012 fa discendere la decadenza da parlamenta­re se la pena (pur solo di primo grado) sia sopra 2 anni, e da amministra­tore locale a prescinder­e dalla pena.

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