Corriere della Sera

Le ombre del jihad sui resort e sui safari

- Di Francesco Battistini

La peggio gioventù o i cattivi pastori, non si scappa. Anzi: si scappa eccome. E sarà colpa loro, se adesso ricomincer­à la grande fuga. Ha un bel tranquilli­zzare il governo di Nairobi, che dal turismo incassa il 10 per cento delle sue entrate. Che sul turismo s’è costruito un presente vendendo al mondo il passato di viaggiatri­ci alla Karen Blixen, scrittrice danese peraltro a lungo snobbata. Che col turismo ecososteni­bile potrebbe assicurars­i un futuro per amanti della savana stile Kuki Gallmann, imprenditr­ice italiana peraltro presa a fucilate. Per l’industria dei safari forse no, ma per i resort sul mare che speravano di risorgere dopo anni di relativa calma, sarà il disastro. E chiunque sia dietro il sequestro di Silvia — gli al-shabaab (la gioventù) della Somalia qaedista che non disdegnano le incursioni nei villaggi verso la costa, oppure le tribù di pastori che nelle loro transumanz­e non trascurano rapimenti —, chiunque abbia preso la ragazza milanese è quanto di peggio il Kenya si potesse aspettare alla vigilia della stagione vacanziera. Quattro anni fa, i jihadisti piombarono sul villaggio di Mpeketoni e ammazzaron­o ogni cristiano (le vittime furono 48) che non fosse in grado di recitare una sura del Corano: agli shabaab servivano altre sei ore di macchina per raggiunger­e le meraviglio­se spiagge di Malindi, ma tanto bastò a svuotarle con la velocità d’una marea. Per evitare i sequestri d’occidental­i, rari, all’inizio del 2010 il governo kenyano mandò le truppe fino in Somalia e qualcosa ottenne, per tamponare l’emergenza nel più grande campo profughi del mondo (Dadaab, 500 mila persone) e le incursioni dei 10 mila “giovani” terroristi che non hanno mai giurato fedeltà all’isis, preferendo i vecchi e simili sistemi d’al Qaeda. Nairobi, dove regna una classe politica corrotta che campa di consenso dei capitribù, non ha mai usato la stessa mano pesante coi bracconier­i e i pastori assassini, altri indiziati del sequestro. Chissà se ora si darà una sveglia, minacciata nel portafogli. «Kenya: prezzi strepitosa­mente bassi», promettono le locandine delle agenzie di viaggio: bassissimi, mentre s’avvicina il Capodanno dell’anno zero del turismo.

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