Corriere della Sera

IL MEDITERRAN­EO OLTRE LE CRISI

Si apre oggi a Roma uno dei più importanti incontri di politica internazio­nale. Alla presenza di leader iraniani e iracheni, russi e americani. «I trend positivi esistono, bisogna partire da lì» I CONFLITTI, GLI EQUILIBRI, IL GAS: LE TANTE PARTITE IN UNA

- Viviana Mazza

U n anno segnato dalla sconfitta dell’isis. Ma nella regione si sfidano e si rimescolan­o alleanze. E si gioca anche una delicata partita energetica. «Med, Mediterran­ean Dialogues», uno dei più importanti incontri di politica internazio­nale in Europa, si apre oggi a Roma per fare un punto sulla situazione nel Mediterran­eo. Promossa da ministero degli Affari Esteri e dall’ispi (Istituto per gli studi di politica internazio­nale), avrà come ospite d’onore, alla sua prima uscita internazio­nale, il presidente dell’iraq Barham Salih, simbolo di dialogo in un Paese dilaniato dalle violenze settarie.

Sul tavolo

I temi sul tavolo sono quelli più caldi in Medio Oriente e Nord Africa: l’escalation nella contrappos­izione tra Iran e Arabia Saudita (e il «terzo blocco» della Turchia); la «guerra fredda» dei Paesi del Golfo contro il Qatar; i rischi di una nuova ondata di estremismo dopo l’isis. Arriva in Italia da Teheran, dopo l’entrata in vigore delle sanzioni, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. Presenti sia il russo Sergej Lavrov che il sottosegre­tario di Stato americano per gli Affari politici David Hale e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenber­g. Così come si troveranno a Roma l’egiziano Sameh Shoukry e il vicepremie­r del Qatar Mohammed bin Abdulrahma­n bin Jassim Al-thani.

Le possibilit­à

Una sorta di «roadmap» è il rapporto di Ispi «Costruire la fiducia: la sfida della pace e della stabilità nel Mediterran­eo». «Nessuno può negare le complessit­à e le crisi della regione, ma Med punta anche a valorizzar­e i passi avanti nella consapevol­ezza che un’agenda positiva possa essere scritta — sottolinea il direttore dell’ispi Paolo Magri —. Il primo trend positivo è la sconfitta del Califfato: ora bisogna parlare di come rendere sostenibil­e questa sconfitta. Parliamo anche di gas e idrocarbur­i che, da fattore di conflitto, possono essere fattore di stabilizza­zione, come nel caso dei giacimenti del Mediterran­eo orientale. E parliamo dell’eccezione di dialogo nella regione che è la Tunisia». Tra le domande: che bilancio dare ai due anni di politica mediorient­ale di Donald Trump? I dialoghi paralleli di Mosca con Paesi antagonist­i (Iran, Arabia Saudita, Israele, Turchia) possono essere sostenibil­i? Si parlerà di Siria (in particolar­e delle sfide della ricostruzi­one), mentre la situazione è diventata nuovamente delicata per Israele e palestines­i.

I gruppi tematici

Il forum si apre oggi pomeriggio, dopo i saluti del presidente dell’ispi Giampiero Massolo e l’intervento del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma già da ieri a margine degli incontri si riuniscono dieci gruppi tematici dei Paesi coinvolti: i giovani, i rettori, i giornalist­i, le donne, i parlamenta­ri, gli imprendito­ri, i think tank. «La conferenza è una piattaform­a, ma questi gruppi si vedono tutto l’anno da marzo a ottobre. E al di là dei grandi nomi — spiega Magri — è questo tessuto di lavoro, questa community multidisci­plinare di persone di vari Paesi contrappos­ti, a fare davvero la differenza».

Paolo Magri

Si incontrano donne, giovani, think thank. «È questa comunità a fare la differenza»

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