«Prevenire la corruzione L’esperienza di Expo»
Apprezzata a livello internazionale, a volte deve fare i conti con il fuoco amico. In Italia c’è chi accusa l’autorità nazionale anticorruzione, per esempio, di «bloccare le opere pubbliche». Ma di come sta cambiando la percezione della corruzione in Italia e di quali risultati sono stati raggiunti ha parlato ieri a Milano, alle Librerie Feltrinelli, lo stesso presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone alla presentazione del libro «Corruzione e anticorruzione. Dieci lezioni» scritto con Enrico Carloni. A moderare l’incontro, il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. «C’è l’idea che la corruzione si combatta aumentando le pene, ma il libro dimostra che la parte più importante di bonifica è il lavoro di prevenzione». Un lavoro su cui, Cantone ha raccontato di aver trovato ostilità. Citando come caso virtuoso quello di Expo, in cui «i controlli non venivano fatti durante gli atti: la società ci mandava le bozze di appalto, il nostro pool le valutava e in due giorni rispondeva». Il codice degli appalti rallenta le opere pubbliche? «Non è assolutamente vero — afferma Cantone — i dati del Cresme (Confindustria) dicono che nel primo semestre 2018 le aggiudicazioni sono triplicate rispetto agli ultimi anni e hanno superato quelle del 2012». Le regole, insomma, non ostacolano. Anzi occorrono, ancor di più in casi di emergenza, come a Genova («Ma lì sarebbe stato meglio fare un decreto legge solo per la città»). Oltre alle regole, serve trasparenza: vero antidoto alla corruzione. Misurarla non è facile, ha spiegato Carloni, docente di diritto a Perugia, ma c’è una buona notizia: «È un reato nascosto, che solo in parte emerge dai dati della repressione penale. Ma accanto alla corruzione finalmente c’è chi sta lavorando in modo sistematico per combatterla e questo è un miglioramento percepito anche dalla gente».