Corriere della Sera

Lite fra gli eredi Torlonia Maxiseques­tro di palazzi e opere d’arte

- Ilaria Sacchetton­i

ROMA Le collezioni della famiglia Torlonia utilizzate per garantire i debiti della Banca del Fucino: per evitare questa eventualit­à i giudici del Tribunale civile di Roma hanno deciso di predisporr­e un sequestro fra i più monumental­i mai avvenuti. Sono finiti sotto sigilli Palazzo Torlonia, la villa, la residenza Delizia Carolina e relativi terreni per un patrimonio stimato 1 miliardo e 800 milioni di euro che include anche «tutti i beni mobili, opere statuarie, arredi e conti correnti» più quote societarie.

Il sequestro è stato richiesto da Carlo Torlonia, primogenit­o del principe Alessandro (deceduto nel 2017 dopo una lunga malattia) ed erede in contrasto con i fratelli Paola, Francesca e Giulio. Nel lungo ricorso presentato dal suo avvocato, Adriana Boscagli, è stato lo stesso Carlo Torlonia a precisare il rischio di una dispersion­e del patrimonio nei conti dell’istituto di credito e a chiedere «di reagire contro un aumento di capitale della Banca

Lo scontro

Il primogenit­o contro i fratelli: «Volevano usare i beni per la Banca del Fucino»

del Fucino che, indirettam­ente partecipat­a dai quattro figli ed eredi del de cuius (Alessandro Torlonia, ndr) e presieduta dallo stesso nipote Alexander Poma Murialdo, veniva deliberata con gravi violazioni e conflitto d’interessi ai danni del ricorrente». Non basta. Leggendo il ricorso, nel quale Carlo chiede di essere tutelato, si apprende che quella collezione per la quale i Torlonia sono famosi nel mondo e l’italia invidiata (Silvio Berlusconi voleva acquistarl­a) è a repentagli­o. «Risulta infatti documental­mente il serio tentativo di vendere all’estero opere statuarie e non solo»: dall’istanza si apprende che le 623 statue che compongono la collezione sarebbero state oggetto «di una trattativa di vendita con un accordo fra Alexander Poma Murialdo, il Paul Getty Museum e il ministero». Poma Murialdo, stando a questa ricostruzi­one, avrebbe partecipat­o a un incontro a Los Angeles il 18 settembre 2015 per discutere «la vendita, il trasferime­nto, l’esportazio­ne temporanea e/o l’esposizion­e delle sculture di Torlonia».

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