PERCHÉ PER L’ITALIA ERA MEGLIO NON FARE LA GRANDE GUERRA
Caro Aldo, nel commemorare la fine della Grande guerra lei ha lasciato intendere che, per quanto riguarda l’italia, si è trattato di un intervento dal quale sarebbe stato meglio tenersi fuori. Ma se l’italia fosse rimasta neutrale e la guerra l’avessero vinta gli imperi centrali, l’austria avrebbe ripagato la neutralità rilasciando all’italia i territori promessi? Sono convinto di no. E se avessero vinto gli Stati dell’intesa che tanto insistevano per avere l’italia al loro fianco, avrebbero concesso tutti i territori rivendicati dall’italia una volta smembrato l’impero Asburgico? Anche in questo caso penso di no. Quindi come sarebbe stata l’italia all’indomani del Trattato di Versailles? Antonio Rossi
Caro Antonio, Sono d’accordo con lei. Non soltanto l’impero austroungarico non ci avrebbe mai dato Trieste; ancora quando Vienna era allo stremo, pretendeva di trattare con inglesi e francesi, e non con l’italia, con cui stava combattendo da oltre tre anni. Con il senno del poi, un’italia neutrale poteva sperare di avere i territori irredenti in virtù dell’applicazione dei princìpi di Wilson, che pretendeva di fissare i confini d’europa in base all’appartenenza etnica e ai diritti dei popoli, anziché al diritto che regolava la storia europea da secoli: quello del più forte. Ma, diciamoci la verità, coloro che trascinarono l’italia in guerra non avevano in mente solo Trento e Trieste. La vera posta in gioco era l’egemonia sui Balcani. Il controllo dell’adriatico. Il rango di grande potenza. In effetti, tutte le grandi e medie potenze del continente stavano già combattendo: Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Austria-ungheria, oltre all’impero ottomano. Ma si trattava appunto di imperi, forti di colonie e materie prime. L’italia fece uno sforzo al di sopra delle sue capacità. E lo pagò duramente: 650 mila morti, centinaia di migliaia di feriti, mutilati, impazziti; e gravi conseguenze politiche, con la morte della giovane e fragile democrazia. I vincitori, compresi inglesi e francesi, persero la pace; e la guerra sarebbe ricominciata ventuno anni dopo. Due cose però vanno ribadite: il carattere fondativo del primo conflitto mondiale, che contribuì a forgiare la nazione italiana; e il sacrificio dei nostri nonni, che sul Piave la nazione la salvarono.