Mosca processa i marinai di Kiev in diretta tv E chiude alla Ue
Confessione in diretta. Kiev: una montatura
La diplomazia internazionale è al lavoro per cercare di disinnescare la crisi del Mare di Azov tra Russia e Ucraina. Dalla Ue e dall’onu gli inviti a ridurre la tensione. Arrestati alcuni marinai della flotta di Kiev. Ma l’offerta franco-tedesca alle parti di «lavorare insieme a una soluzione» è stata respinta da Lavrov, capo della diplomazia di Mosca.
Mentre Russia e Ucraina continuano a scambiarsi accuse per lo scontro di domenica all’ingresso del Mare d’azov, la diplomazia internazionale tenta di convincere i contendenti a moderare i toni, ma senza successo, almeno per ora. I marinai ucraini catturati sono stati portati davanti alle telecamere per «confessare» i loro crimini. «Siamo entrati nelle acque territoriali russe», ha dichiarato Andrej Drach. E il comandante della flottilla, Vladimir Lisovoj, ha aggiunto: «Avevamo a bordo una mitragliatrice con munizioni». Nelle immagini Lisovoj sembra leggere un foglio posto di fronte a lui. Si vedono i suoi occhi che si muovono da sinistra a destra mentre parla, come se stesse scorrendo un testo. Kiev è convinta della messa in scena. Tra l’altro, hanno detto i responsabili del governo, alcuni dei marinai e degli agenti del controspionaggio catturati hanno le famiglie nella Crimea ora diventata russa e quindi potrebbero essere facilmente ricattati. Il ministro degli Esteri ha chiesto che venga concesso alla Croce rossa internazionale il permesso di vederli. Sono tutti in stato d’arresto: potrebbero subire pesanti condanne.
L’incidente di tre giorni fa era preordinato? Due navi militari di Kiev e un rimorchiatore avevano lasciato la base di Odessa nel Mar Nero per superare lo stretto di Kerch controllato totalmente dai russi dopo l’annessione della Crimea del 2014 e raggiungere una base nel Mare d’azov. Sono state intercettate da unità di Mosca che per fermarle hanno prima aperto il fuoco e poi hanno speronato un vascello, ferendo alcuni marinai e catturandone ventiquattro. Quindici sono già stati condannati a due mesi di carcere per «attraversamento illegale di confine». Da parecchi mesi la Marina ucraina sta spostando mezzi nella nuova base di Berdyansk, a sud di Mariupol, dove è stata formata la nuova flotta del Mare d’azov. Un’iniziativa che sicuramente non fa piacere al Cremlino che oramai considera quello specchio come una sorta di mare interno. Già venerdì scorso uno dei marinai aveva annunciato alla compagna che avrebbe raggiunto col suo vascello Berdyansk. Andrij Atemenko, la cui madre lavora in Italia, aveva anche detto una frase sibillina al padre Anatolij più di dieci giorni fa, secondo la testimonianza di quest’ultimo: «Papà, guarda la tv».
I russi insistono a dire che l’intera operazione era organizzata per ordine del presidente ucraino Poroshenko che vuole far salire i suoi consensi in vista delle elezioni di primavera. E aggiungono: la proclamazione della legge marziale da parte di Kiev può portare a uno scontro diretto.
È comunque assai probabile che anche i russi sapessero da tempo dello spostamento delle tre navi ucraine, visto anche lo spiegamento di mezzi per intercettarle: varie unità marittime, caccia, elicotteri da combattimento. E allora, chi ha preordinato la «provokatsiya»?