Corriere della Sera

Se osano di più, Inter e Napoli possono farcela

- di Mario Sconcerti

L’Inter paga la fatica di contenere i fantasisti del Tottenham, più giocolieri che artisti, abbastanza scolastici, ma anche con i vantaggi di esserlo. Nel finale la squadra non è distratta, è sfinita. Quando entrano Eriksen e Son, entra anche una velocità di pensiero che negli altri non c’è più. Le due squadre hanno passato ottanta minuti a far finta di placcarsi, quasi mai prendendos­i ma sempre finendo ingobbendo­si dietro le finte reciproche, quindi comunque stancandos­i. L’inter non meritava di perdere, il Tottenham ha fatto poco per vincere anche se quando c’è riuscito nessuno può dire sia uno scandalo. È stata una partita blanda, di corsa preventiva, come se entrambe gli avversari gridassero forte per non mordersi. Il Tottenham è stato più nella metà campo dell’inter ma quasi in accademia, senza dannarsi molto, come non si giocasse il cammino in Champions. Sono inglesi ormai latini, danzano nel loro calcio ma hanno dimenticat­o il resto, rabbia, corsa, aggressivi­tà. L’inter ha controllat­o sempre salvo retroceder­e cinque metri ogni 15’. È un vizio normale, il difetto stava nel non saper più ripartire. Così alla fine giocava solo il Tottenham, sia pure nel suo modo soft. È stata una grande occasione persa. L’inter ha più cose del Tottenham, le ha anche mostrate in partita. Ha pagato una stanchezza nervosa eccessiva come capita alle squadre inesperte di queste partite. La vecchia Inter avrebbe divorato un avversario non convinto e zuccheroso come il Tottenham. Oggi manca la storia, non più la squadra. Nel frattempo qualcuno rimetta a posto Wembley, era il grande tappeto verde del calcio. Oggi l’erba è quasi un optional. Il Napoli si avvicina al suo piccolo miracolo, ma dovrà non perdere a Liverpool che comunque di partite ne ha già perse due su cinque. Possiamo ancora portare tutto il mazzo oltre la siepe, credo anche che ce lo stiamo meritando. Gli avversari esistono, ma si sono normalizza­ti. È il momento di assaltarli.

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