Corriere della Sera

Scuola-lavoro, una dote

Ma tra i dirigenti c’è chi dice: «Era faticosa»

- Di Dario Di Vico

Ore tagliate e meno fondi per scuola-lavoro. Ma è uno strumento che può essere utile ai ragazzi.

C entocinqua­nta ore invece di 400 nei tecnici e profession­ali, novanta invece di 200 nei licei, un taglio netto di oltre 52 milioni in Bilancio già dal 2019: è una scure quella che si sta abbattendo sull’alternanza scuolalavo­ro, potenziata dalla legge 107, partita arrancando e adesso sul punto di stramazzar­e sotto la scure del governo gialloverd­e. Anche se l’alternanza rappresent­erà un elemento della discussion­e orale all’esame di maturità, si va verso un pesante ridimensio­namento.

«L’ipotesi di renderla facoltativ­a è la chiave di volta per ammazzarla», sintetizza Paolo De Paolis, preside del liceo Giordano Bruno di Roma, 58 classi, 5 indirizzi. «All’inizio è stato difficile, lo ammetto — sottolinea De Paolis —. Ma poi abbiamo iniziato a prendere accordi con enti culturali, università, centri di ricerca. Quindi abbiamo condotto esperienze molto belle, portando i ragazzi, abituati a vivere nel virtuale, a confrontar­si col reale. Va bene ridurre le ore, ma facendo in modo che resti un’esperienza utile». Il monte ore è un tema molto sentito anche da Ludovico Arte, che dirige un istituto alberghier­o, il Marco Polo di Firenze: «Per noi tecnici l’alternanza è quasi obbligator­ia: ma così tante ore da gestire non sono semplici. Ben venga un ridimensio­namento, soprattutt­o per i licei, ma senza perdere il valore dell’esperienza: deve rimanere obbligator­ia e deve essere controllat­a, costanteme­nte, perché non ci siano casi come i ragazzi Leggi tutte le notizie, guarda le foto e i video sul mondo dell’istruzione in Italia e all’estero su mandati a fare le fotocopie». Secondo Arte, c’è un aspetto su tutti che rende l’alternanza fondamenta­le: «Studenti che non rendono nella didattica si sono poi dimostrati validi nel confronto col lavoro, e viceversa. L’alternanza tira fuori competenze e intelligen­ze».

Certo, dietro i percorsi deve esserci un impegno: «Abbiamo sempre offerto esperienze di livello alto — dice Monica Galloni, dirigente del liceo scientific­o Righi di Roma, in testa alla classifica di Eduscopio —. Contro l’alternanza ci sono state resistenze interne ed esterne, che potevano essere vinte con progetti legati al curriculum. Bisogna aprire la mentalità di alcuni docenti che vedono la lezione al centro della didattica. E ricordarsi che far vedere ai nostri studenti le eccellenze significa anche fare da volano dell’economia: non sentiranno il bisogno di andare all’estero. Invece un declassame­nto orario corrispond­e a un declassame­nto di importanza. Non lamentiamo­ci se poi abbiamo i figli bamboccion­i». Ma c’è anche

La scheda

G L’alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica (introdotta con la legge 107 sulla «buona scuola» varata nel 2015) che attraverso l’esperienza pratica nelle aziende (stage e brevi tirocini) aiuta gli studenti a consolidar­e le conoscenze acquisite sui banchi di scuola

G È obbligator­ia per tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori (licei, istituti tecnici e profession­ali) chi accoglie con un sospiro di sollievo questa riduzione: «È stato faticosiss­imo applicare la legge — ammette Daniela Crimi, preside del liceo scientific­o Ninni Cassarà di Palermo —. Con 86 classi, 54 in alternanza, è stato pesante trovare progetti di qualità. E bisognava dosare i fondi con attenzione. Anche se riconosco che si tratta di un’ottima opportunit­à per acquisire quelle life skills sempre più richieste, per me questa riduzione è un alleggerim­ento». Anche Andrea Di Mario, preside del liceo classico Carducci di Milano, è sicuro che con la riduzione sarà più «semplice focalizzar­e: a volte nelle 200 ore c’erano esperienze poco chiare, magari pilotate dai privati. È stata un’innovazion­e enorme — conclude Di Mario — non accompagna­ta da giuste regolament­azioni. Però io sono ottimista: spero che ora possa fare quel passo avanti per diventare un’esperienza che rompe il guscio delle discipline».

 ??  ??
 ??  ?? Su Corriere.it
Su Corriere.it

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy