Corriere della Sera

Il giallo delle tessere Il leader M5S sul reddito chiama in causa le Poste

Di Maio: «Le stampano loro». Ma il bando non c’è Il Pd: grave se c’è l’incarico senza ancora una legge

- Antonella Baccaro

Resta giallo, il giallo delle «carte di cittadinan­za», le tessere legate alla misura contro la povertà voluta dal M5S, che il vicepremie­r Luigi Di Maio aveva detto una settimana fa di aver inviato alle stampe in 5-6 milioni di copie.

I dubbi restano. Perché è vero che il ministro del Lavoro ieri da Bruxelles, pur negando l’esistenza di un giallo, ha fatto una sostanzial­e retromarci­a quando ha precisato di aver dato mandato al proprio staff «già da due settimane» di «avviare tutto il progetto sul reddito di cittadinan­za, che include anche la stampa delle tessere». Il che è molto diverso dal dire di aver fatto stampare le cards. Tuttavia il problema ora è un altro, perché nel fare questa precisazio­ne Di Maio ha direttamen­te chiamato in causa Poste Italiane, sostenendo che l’ordine rivolto al proprio staff è stato quello di «lavorare con Poste» a tutto il progetto, inclusa la stampa delle tessere.

Nulla di nuovo, si dirà. La settimana scorsa, in seguito alle prime dichiarazi­oni di Di Maio, Poste aveva già fatto sapere a questo giornale di avere «un tavolo tecnico aperto» sulla misura in questione. Né l’azienda ieri ha ufficialme­nte aggiunto alcunché.

Il punto però è un altro. Il punto è che se da quel tavolo, che pareva uno dei tanti informalme­nte aperti dal ministero del Lavoro, si fosse poi passati a un affidament­o esclusivo, mancherebb­ero dei passaggi formali, prima di tutto l’approvazio­ne della legge che dettagli la misura. Lo sostengono le opposizion­i, Pd in testa. Che ieri, in occasione dell’esame della manovra in commission­e Bilancio alla Camera, hanno chiesto chiariment­i per la mancanza di una norma nella legge di bilancio che introduca la misura del reddito di cittadinan­za, sottolinea­ndo come sia di una «gravità inaudita che si dia mandato a un soggetto pubblico o privato di stampare» le tessere relative al reddito di cittadinan­za «che è un intervento che non è ancora stato presentato».

A sciogliere l’incongruen­za, almeno secondo la ricostruzi­one fornita dal capogruppo del Pd in commission­e Bilancio della Camera, Luigi Marattin, sarebbe intervenut­a la capogruppo M5S in commission­e, Marialuisa Faro, che nel proprio intervento avrebbe detto che chi stamperà le tessere del reddito di cittadinan­za si chiarirà nella discussion­e sul collegato alla manovra, che verrà presentato solo dopo l’approvazio­ne della legge di bilancio.

Un’ulteriore versione che cozza con quella che il sottosegre­tario all’economia, Laura Castelli (M5S), ospite su La7, aveva dato mercoledì sera : «Le tessere di cittadinan­za e altre cose sono dettagli che renderemo noti tutti assieme, è vero che le tessere si stanno stampando». Affermazio­ne che a propria volta contraddic­eva quanto aveva riferito in mattinata in Parlamento il sottosegre­tario Claudio Durigon (Lega). Il quale, rispondend­o a un’interrogaz­ione sulle affermazio­ni di Di Maio, aveva escluso che ci fossero le condizioni perché le tessere potessero andare in stampa.

La correzione di rotta Il capo M5S chiarisce: ho ordinato al mio staff di trattare con la società su tutto il progetto

È vero che le carte si stanno stampando Ma quello e altri dettagli saranno resi noti tutti insieme

Laura Castelli

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C. Bini S. Malpezzi

 ??  ?? A Bruxelles Luigi Di Maio, 32 anni, ieri con Marianne Thyssen, 62, commissari­a europea all’occupazion­e (Imagoecono­mica)
A Bruxelles Luigi Di Maio, 32 anni, ieri con Marianne Thyssen, 62, commissari­a europea all’occupazion­e (Imagoecono­mica)

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