Il giallo delle tessere Il leader M5S sul reddito chiama in causa le Poste
Di Maio: «Le stampano loro». Ma il bando non c’è Il Pd: grave se c’è l’incarico senza ancora una legge
Resta giallo, il giallo delle «carte di cittadinanza», le tessere legate alla misura contro la povertà voluta dal M5S, che il vicepremier Luigi Di Maio aveva detto una settimana fa di aver inviato alle stampe in 5-6 milioni di copie.
I dubbi restano. Perché è vero che il ministro del Lavoro ieri da Bruxelles, pur negando l’esistenza di un giallo, ha fatto una sostanziale retromarcia quando ha precisato di aver dato mandato al proprio staff «già da due settimane» di «avviare tutto il progetto sul reddito di cittadinanza, che include anche la stampa delle tessere». Il che è molto diverso dal dire di aver fatto stampare le cards. Tuttavia il problema ora è un altro, perché nel fare questa precisazione Di Maio ha direttamente chiamato in causa Poste Italiane, sostenendo che l’ordine rivolto al proprio staff è stato quello di «lavorare con Poste» a tutto il progetto, inclusa la stampa delle tessere.
Nulla di nuovo, si dirà. La settimana scorsa, in seguito alle prime dichiarazioni di Di Maio, Poste aveva già fatto sapere a questo giornale di avere «un tavolo tecnico aperto» sulla misura in questione. Né l’azienda ieri ha ufficialmente aggiunto alcunché.
Il punto però è un altro. Il punto è che se da quel tavolo, che pareva uno dei tanti informalmente aperti dal ministero del Lavoro, si fosse poi passati a un affidamento esclusivo, mancherebbero dei passaggi formali, prima di tutto l’approvazione della legge che dettagli la misura. Lo sostengono le opposizioni, Pd in testa. Che ieri, in occasione dell’esame della manovra in commissione Bilancio alla Camera, hanno chiesto chiarimenti per la mancanza di una norma nella legge di bilancio che introduca la misura del reddito di cittadinanza, sottolineando come sia di una «gravità inaudita che si dia mandato a un soggetto pubblico o privato di stampare» le tessere relative al reddito di cittadinanza «che è un intervento che non è ancora stato presentato».
A sciogliere l’incongruenza, almeno secondo la ricostruzione fornita dal capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, Luigi Marattin, sarebbe intervenuta la capogruppo M5S in commissione, Marialuisa Faro, che nel proprio intervento avrebbe detto che chi stamperà le tessere del reddito di cittadinanza si chiarirà nella discussione sul collegato alla manovra, che verrà presentato solo dopo l’approvazione della legge di bilancio.
Un’ulteriore versione che cozza con quella che il sottosegretario all’economia, Laura Castelli (M5S), ospite su La7, aveva dato mercoledì sera : «Le tessere di cittadinanza e altre cose sono dettagli che renderemo noti tutti assieme, è vero che le tessere si stanno stampando». Affermazione che a propria volta contraddiceva quanto aveva riferito in mattinata in Parlamento il sottosegretario Claudio Durigon (Lega). Il quale, rispondendo a un’interrogazione sulle affermazioni di Di Maio, aveva escluso che ci fossero le condizioni perché le tessere potessero andare in stampa.
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È vero che le carte si stanno stampando Ma quello e altri dettagli saranno resi noti tutti insieme
Laura Castelli
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C. Bini S. Malpezzi