Corriere della Sera

UNA MEDIAZIONE PER SCONGIURAR­E LA ROTTURA CON L’EUROPA

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Adesso si comincia a sperare quello che una settimana fa sembrava impensabil­e: evitare la procedura di infrazione. Sarà difficile. Ma la missione del premier Giuseppe Conte al G20 in corso a Buenos Aires è proprio questa: convincere il presidente della Commission­e europea, Jean-claude Juncker, che il governo M5s-lega è disposto a accettare alcune condizioni per evitare un conflitto infinito con Bruxelles. È un problema di toni e di rispetto reciproco, non solo di numeri: sebbene l’idea di una manovra finanziari­a che porta il rapporto deficit-pil al 2,4 per cento sia apparsa una provocazio­ne. La sensazione è che a peggiorare i rapporti siano state soprattutt­o le battute sprezzanti contro la Commission­e dei vicepremie­r Luigi Di Maio, dei Cinque Stelle, e soprattutt­o Matteo Salvini, leader della Lega. Sono state le parole liquidator­ie contro i vertici a innescare una gara di ritorsioni verbali; e a radicare la convinzion­e che gli attacchi fossero strumental­i. Di fatto, hanno favorito il pregiudizi­o contro la

La procedura

Il premier cerca di convincere Juncker a non aprire la procedura di infrazione per eccesso di debito

maggioranz­a giallo-verde, e acuito il timore che si trattasse di un’offensiva destinata a fare uscire l’italia dalla moneta unica. Solo negli ultimi giorni, grazie anche a sondaggi che mostrano la preoccupaz­ione diffusa per una bocciatura europea del piano del governo, si è cominciato a cambiare registro. L’impennata dello spread, la differenza tra interessi sui titoli di Stato italiani e tedeschi, ha spaventato non solo le cancelleri­e europe ma anche Palazzo Chigi. E il governo ha capito che lo scontro non paga. Mette il Paese e la maggioranz­a nell’angolo: isolati oltre che più indebitati. Così, Di Maio ora giura: «Credo nel dialogo non l’ue». E Salvini: «L’accordo lo troveremo. A noi non interessa litigare, e neanche a Bruxelles». E sulla procedura di infrazione per eccesso di debito, Di Maio quasi spera: «Vediamo se parte veramente». Conte ammette che «lo spread ancora alto» non lo trova «distratto». Ora si teorizza una manovra in un «clima di fiducia con mercati e investitor­i». È una scommessa che parte molto in salita, e dunque non ha alte probabilit­à di riuscire: anche perché M5S e Lega ribadiscon­o di non volere «tradire le promesse fatte agli elettori»; e sono percorsi da forti tensioni. L’ex ministro del Pd, Graziano Delrio, osserva che il Parlamento non può ancora discutere la manovra perché «Salvini e Di Maio stanno mercantegg­iando su un nuovo testo». Ma se è così, la trattativa andrebbe seguita come una novità e non come una perdita di tempo. Il tempo, semmai, è stato buttato via con i proclami bellicosi dei mesi scorsi. Se la discussion­e M5s-lega serve a far rientrare almeno in parte l’italia nell’alveo delle regole europee, ben venga: un simulacro di intesa, senza vincitori né vinti.

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