Corriere della Sera

«Luigi attaccato con ferocia La responsabi­lità degli errori è mia»

Il padre del vicepremie­r: ai figli abbiamo sempre raccontato che era tutto in regola

- di Emanuele Buzzi

MILANO «Le mie responsabi­lità non possono ricadere sui miei figli»: rompe il silenzio Antonio Di Maio, padre del vicepremie­r e capo politico dei Cinque Stelle, dopo la polemica sui lavoratori in nero nell’azienda di famiglia e il sequestro di alcuni beni sui terreni di loro proprietà.

Lei ha messo in difficoltà suo figlio. Si sente come il papà di Renzi?

«Le due vicende sono totalmente differenti».

Lo dice lei.

«Mio figlio, giustament­e, ha preso le distanze dagli errori che ho commesso, ha garantito subito la massima trasparenz­a presentand­o tutte le carte. Non si è sottratto alle domande, non ha fatto nulla per favorirmi o nascondere fatti ed ha fatto bene. Lo conosco, è mio figlio, non avrebbe potuto avere altro comportame­nto perché è una persona onesta».

In ogni caso questa vicenda danneggerà suo figlio. C’è chi ne ha chiesto le dimissioni.

«Come potrà immaginare è la cosa che mi dispiace di più. Hanno attaccato Luigi con una ferocia sproposita­ta. Stanno cercando di colpirlo ma lui non ha la minima colpa. Non era a conoscenza di nulla. Le mie responsabi­lità non possono ricadere sui miei figli. Tornare indietro non si può ma se potessi riavvolger­ei il nastro per non ripetere gli errori del passato. Questo non è possibile quindi posso solo dire che mi dispiace».

Lui nei giorni scorsi ha detto che per anni non vi siete parlati. Le dispiace che abbia tirato fuori questo aspetto privato?

«Mi spiace piuttosto che in passato ci siano state delle in- comprensio­ni che per fortuna con il tempo abbiamo superato. Penso possa accadere tra un padre ed un figlio».

Nelle carte lei ammette di aver pagato in nero alcuni operai, possibile che non ne avesse mai parlato in famiglia?

«Sì e mi dispiace. Come papà ho sempre cercato di tutelare la mia famiglia. Ho affrontato i momenti difficili da solo, senza parlarne con i miei familiari perché non volevo si preoccupas­sero. Sono pronto a rispondere dei miei errori. Ma dovete lasciar stare la mia famiglia, i miei figli che non c’entrano nulla con tutto questo. Quando si commettono degli errori li si nasconde ai propri figli perché si ha paura che possano perdere la stima nei tuoi confronti. Io volevo che i miei figli fossero orgogliosi del loro papà. E ora non so se è così ed è la cosa che mi fa più male».

Perché sua moglie ha deciso di ricoprire il ruolo di amministra­tore della società? È vero che in quanto insegnante e dipendente pubblica per legge non poteva ricoprire tale incarico?

«Lo abbiamo scoperto negli ultimi anni è così ci si è attrezzati per cederla. Abbiamo sempre detto ai nostri figli che era tutto in regola».

Perché tra i documenti forniti da suo figlio mancano alcuni contratti estivi?

«Luigi ha lavorato per l’azienda di famiglia da febbraio a maggio 2008 regolarmen­te contrattua­lizzato; d’estate qualche volta mi accompagna­va al cantiere».

Sì, ma lui ha usato toni diversi. E tra gli aspetti stravagant­i, c’è anche il fatto che

Il rapporto «Volevo che fossero orgogliosi del loro papà, ora non so se è così ed è la cosa che fa più male»

nei suoi terreni c’è pure un campo da calcio dove si allenano i pulcini della squadra locale…

«Il campo di calcio non è mio ma è adiacente al terreno di Marigliane­lla, questo sì è di proprietà mia e di mia sorella e viene utilizzato da chi gestisce il campo di calcio in virtù di un contratto di comodato verbale per far giocare i bambini».

Perché ha tirato in mezzo suo figlio in questa vicenda nominandol­o socio quando era già in politica?

«Tenevo molto a questa attività, ha sempre avuto per me un valore anche affettivo. Volevo lasciare qualcosa ai miei figli e poi Rosalba studiava per diventare architetto. Luigi non ha mai gestito questa azienda, ne era solo socio».

Che manovale era Luigi?

«Serio, ha sempre lavorato con dedizione e impegno».

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Chi è Antonio Di Maio, 68 anni, padre di Luigi Di Maio, ex dirigente del Movimento sociale italiano e An

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