ANATRA MANDARINA
U n’anatra mandarina è apparsa nello stagno di Central Park lo scorso ottobre. Magnifica, con le piume del collo arancioni, il petto viola e la fronte dai colori cangianti, nuota tra i cugini d’aspetto modesto, distribuendo beccate aggressive a destra e a manca.
Non stupisce che Michiko Kakutani, che per 38 anni è stata l’ammirata e temuta critica letteraria del New York Times (e ora ha più tempo libero) la fotografi continuamente, pubblicandone le immagini su Instagram. Potrebbe essere una delle creature che ossessionavano il giovane Holden: «Mi saprebbe dire per caso dove vanno le anatre quando il lago gela?». Forse stavolta ha deciso di restare per l’inverno, per celebrare il centesimo anniversario della nascita di J. D. Salinger, il primo gennaio 2019.
Però la domanda di Holden riguardava la mortalità di tutti noi, mentre quel che sembra L’anatra mandarina (Aix galericulata Linnaeus) è originaria dell’asia orientale, dove ha influenzato l’arte e la cultura nel corso dei secoli. Da quando lo scorso ottobre ne è apparsa una a Central Park è scoppiata quella che il New York Magazine ha definito una «Mandarin-mania» ai problemi futuri del mondo. Gli uccelli sono il nostro ultimo legame con la natura del pianeta che stiamo alterando, sono «tra noi ma mai nostri», ci ricordano che non siamo la misura di tutte le cose.
Ma pare invece che questa storia inizi in una fattoria del New Jersey, da cui l’anatra sarebbe scappata. Proprio in New Jersey, nella serie tv «I Soprano», una famiglia di anatre si stabilisce nella piscina di Tony, scatenando in lui panico e depressione quando all’improvviso volano via e spingendolo a consultare lo psichiatra.
In realtà molti amanti degli uccelli non la sopportano: non ne possono più di tutti i birdwatcher dilettanti (Kakutani inclusa) appostati nel parco solo per lei. C’è chi teme che qualcosa di terribile possa accaderle. Ma l’appassionato che l’ha vista per primo, David Barrett, trova splendido che «Mandarin Patinkin», come l’hanno soprannominata, renda «le persone felici in questi tempi bui». Se c’è un pericolo semmai — riflette lui — è il «wanderlust» dell’anatra stessa.