Corriere della Sera

«Correte, Anna si è sparata alla testa» L’ex marito arrestato dopo nove giorni

Vicenza, guardia giurata in carcere con l’accusa di omicidio: decisiva l’analisi balistica

- (foto Carabinier­i Milano/lapresse) Benedetta Centin Andrea Alba

Non è stato un gesto estremo dettato dalla fine di un matrimonio lungo vent’anni con il padre delle sue figlie. Non è stata la depression­e. Anna Filomena Barretta sarebbe stata uccisa dal marito, guardia giurata, che avrebbe poi inscenato il suicidio. Perché secondo carabinier­i e Procura è di omicidio che si tratta. Avvenuto in quella che fino a poche settimane prima era la casa della coppia, a Marano Vicentino.

Così a 9 giorni dalla tragedia Angelo Lavarra, 44 anni, di origini pugliesi, è stato portato in carcere a Vicenza all’alba di ieri, dopo un lungo interrogat­orio in cui pure avrebbe fornito sempre la stessa versione, senza sbavature. Così come era accaduto il 20 novembre, quando era stato ascoltato per sei ore di fila. Ma adesso l’ipotesi del suicidio, che sulle prime sembrava scontata, contrasta con quanto emerso dagli accertamen­ti medici e balistici e dalle indagini dei carabinier­i di Vicenza affiancati dai colleghi del Ris di Parma, che hanno passato al setaccio l’appartamen­to. Strano che la 42enne avesse potuto spararsi alla nuca. Ancora più improbabil­e perché il colpo è partito da una trentina di centimetri di distanza. Un colpo entrato dal lato sinistro della testa, nonostante la donna non fosse mancina. Nella casa ci sarebbero anche segni di trasciname­nto, ma nessuna prova di un’aggression­e o di un tentativo di difendersi. Almeno per ora.

Quel giorno Lavarra era smontato dal servizio notturno prima del previsto per un forte mal di testa. Rientrato a casa, aveva trovato l’ex moglie, cassiera in un supermerca­to, con cui aveva litigato per le troppe spese da affrontare, tra cui quella dell’appartamen­to preso di recente in affitto da lei. «Anna ha usato la mia Beretta calibro 9x21 che avevo risposto nell’armadietto, in passato le avevo mostrato come si caricava — ha poi raccontato —. Dopo la discussion­e mi ero addormenta­to sul divano della sala, mi ha sve- gliato il colpo di pistola, sono corso in camera da letto, e lei era sul pavimento, in un mare di sangue». Poi la telefonata al Suem e ai carabinier­i. «Mia moglie si è sparata, venite». Troppo tardi. Una versione a cui la mamma della 42enne non ha mai voluto credere: «Anna non sapeva maneggiare una pistola, non si sarebbe mai uccisa».

L’appartamen­to dei Lavarra ora è sigillato con il nastro giallo. Lui ha continuato a vivere nello stesso palazzo, ospite di vicini, insieme alle figlie minorenni che la domenica accompagna­va spesso a messa. Marito e moglie vivevano in quello stabile da 15 anni, quando si erano trasferiti da Taranto. «Brave persone — è il giudizio della vicina Barbara Pierantoni —, molto gentili. Non li abbiamo neanche mai sentiti litigare. Lui è una persona normale, ogni tanto veniva nella pasticceri­a in cui lavoro con le sue figlie e prendevano il gelato. Non so cosa pensare, non riesco a immaginare che le abbia sparato».

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Filmato Il maestro d’asilo mentre maltratta uno dei bambini

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