Corriere della Sera

LA LEGA ANSEATICA , UN GRUPPO ANTI RIFORME CHE INNERVOSIS­CE PARIGI

- Di Paolo Valentino

La cena, in una sala privata del ministero delle Finanze a Bercy, era stata squisita. Ma il caffè era pieno di veleno. Alla presenza di due giornalist­i invitati all’agape, il ministro francese Bruno Le Maire si è abbandonat­o a un attacco durissimo all’indirizzo del suo ospite, il responsabi­le delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra. Venti minuti contro «i piccoli club» che minacciano l’unità del progetto europeo e si oppongono a una maggiore integrazio­ne dell’eurozona. Nel mirino di Le Maire soprattutt­o la «nuova Lega Anseatica», il gruppo informale che ha nell’olanda il Paese guida e di cui sono parte anche Irlanda, Finlandia, Danimarca, Svezia e i tre Paesi baltici. Hoekstra si è difeso rivendican­do all’alleanza un ruolo costruttiv­o, ma precisando: «Il mio lavoro è fare ciò che meglio serve gli interessi dell’olanda». «Incidente diplomatic­o», l’ha definito il principale tabloid olandese, centrando il punto essenziale: il ruolo crescente giocato dalla Lega Anseatica nella partita europea. Ispirata alla Confederaz­ione rinascimen­tale fra le città-stato del Nord Europa, che dominava i commerci dell’epoca, la nuova Lega ambisce a dar voce e peso ai Paesi liberisti della Ue, orfani della Gran Bretagna. Gli otto si vedono ogni mese in una cena riservata e coordinano posizioni comuni: no al bilancio dell’eurozona, no all’unione fiscale, da ultimo la proposta di dare al Meccanismo europeo di stabilità poteri di controllo sui bilanci nazionali. L’attacco di Le Maire riflette la frustrazio­ne di vedere un gruppo così agguerrito (si dice che ha «le dimensioni della Francia e la competitiv­ità della Germania») opporsi alle proposte di riforma francesi. Tanto più che Berlino, se ufficialme­nte appoggia le ambizioni di Macron, sotto sotto incoraggia il club a guida olandese. «Sono di Amburgo – ama dire il ministro delle Finanze tedesco Scholz — una delle città della vecchia Lega Anseatica».

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