Corriere della Sera

Big tech, in cinque anni «risparmiat­i» 71 miliardi di tasse

Del Vecchio a Parigi: con Essilorlux­ottica si realizza un sogno Mediobanca: valgono più del Pil tedesco

- Di DALLA NOSTRA INVIATA di Maria Silvia Sacchi Sergio Bocconi Fonte: R&S Mediobanca CDS

PARIGI Quando Leonardo Del Vecchio chiude la prima assemblea di Essilorlux­ottica (Essilux, la chiama), con il vicepresid­ente esecutivo Hubert Sagnières, il primo ad andargli incontro per i compliment­i è Leonardo Maria, il quarto dei suoi sei figli, l’unico presente a un passaggio che per il padre rappresent­a — lo ha ripetuto

Sono 21 su 397, eppure i giganti mondiali del websoft (big come Microsoft, Google, Amazon e Facebook per intenderci) pesano da soli nell’aggregato delle multinazio­nali il 5% per giro d’affari, l’8,1% per utili (il 12,2% includendo anche Apple, per oltre il 50% hardware) mentre la quota sale a quasi il 20% per capitalizz­azione di Borsa. Internet, dati ecommerce e social network stanno cambiando il mondo dell’economia e lo si vede in cifre nella 23esima edizione dell’indagine sulle multinazio­nali di R&S Mediobanca.

Ogni giorno ciascuna big del websoft fa in media 10 milioni di profitti netti (Apple è la superstar: 110 milioni) però, ieri — il coronament­o di un sogno.

Le imprese devono crescere. Per questo Del Vecchio ha scelto di fondere Luxottica, primo produttore e distributo­re di occhiali, con la francese Essilor, leader nelle lenti. È nato un gruppo da 15 miliardi di ricavi, 50 miliardi di capitalizz­azione e 150 mila dipendenti. «Le aziende arrivano a un punto massimo e poi si devono unire, per me non è la prima operazione — dice —. In Italia facciamo fatica a farlo, dovremmo imparare dalla Francia. Io sono un po’ diverso, perché ho più delle altre big corporate, hanno finora «ottimizzat­o» il carico fiscale: due terzi dell’utile è stato tassato in paesi a fiscalità agevolata (come Irlanda, Lussemburg­o, Olanda e altri) con un “risparmio” d’imposte che nel 2017 è stato di 12,1 miliardi e nel quinquenni­o 2013-2017 ha raggiunto un totale di 48 miliardi. Se, anche in questo caso, si comprende Apple i miliardi salgono a 71. Non è una prerogativ­a delle websoft ma in questo settore i risultati sono “migliori” perché la tracciabil­ità studiato poco e vado dritto». La famiglia italiana avrà il 32% delle azioni ma con il limite del 31% dei voti. I dipendenti, primi soci di Essilor, avranno il 4%. Per questo molte domande sono sulla governance e su Francesco Milleri, l’amministra­tore delegato Luxottica che Del Vecchio vorrebbe alla guida della nuova realtà. L’ipotesi «non è all’ordine del giorno», risponde Olivier Pecoux, presidente comitato remunerazi­oni. Del Vecchio dice di avere i suoi «desideri futuri» ma conferma che rispetterà il di fatturato e profitti è più difficile. Il regime fiscale cambierà quest’anno con aliquote ridotte dal 35% al 21% dalla riforma Trump e il «condono» concesso a chi ha riportato utili in America negli ultimi mesi del 2017 ha fatto incassare al fisco Usa dalle big tech 18 miliardi una tantum.

Dall’indagine emerge che le 21 websof fra il 2013 e il 2017 hanno aumentato il fatturato del 123% a 626 miliardi. e nel primo semestre 2018 l’incremento è stato del 27%. Ai primi posti ci sono i giganti Usa per cento L’aumento della quotazione dei titoli Luxottica ieri in Piazza Affari Rank 2017

1 Microsoft (US)

2 Alphabet (US)

3 Amazon.com (US)

4 Oracle (US)

5 Alibaba Group Holding (CN) 6 Tencent Holdings (CN)

7 Facebook (US)

8 Rakuten (JP)

9 Paypal Holdings (US)

10 Baidu (CN)

Le prime 10 websoft per totale attivo tangibile

Amazon, Alphabet (cioè Google) e Microsoft, che da soli realizzano metà dei ricavi aggregati del settore. Ma a crescere di più sono le new entry cinesi come Vipshop e Jd.com, il cui giro d’affari è aumentato in media nel periodo 2013-2017 di oltre il 50%. Nei cinque anni i profitti sono saliti del 13% l’anno portandosi nel 2017 a 80 miliardi, e gli occupati sono più che raddoppiat­i grazie soprattutt­o a massicce acquisizio­ni: il settore ha 1,6 milioni di dipendenti (le 397 più grandi multinazio­nali contratto «fino alla fine» e Sagnières rassicura che «non c’è una presa di controllo rampante di Delfin su Essilor». Ai soci spiega che il 69% fa capo a loro: «Il potere e il controllo sono nelle vostre mani».

Luxottica lascerà Piazza Affari nel primo trimestre 2019, ma Del Vecchio non ha rinunciato a quotare anche a Milano Essilorlux­ottica, «è un mio desiderio, ci vorrà tempo, almeno due anni». Quanto a Generali, salirà fino al 5%. Miliardi di euro miliardi

Il fatturato 2017 delle 21 websoft, il 5% dell’aggregato delle 397 big multinazio­nali occupano 34 milioni di persone), di cui 7.700 in Italia. Le 21 websoft, che dispongono di liquidità per 425 miliardi (in proporzion­e più delle banche), metà investiti in titoli a breve termine, sono infine campioni di Borsa: le quotazioni sono salite del 25% l’anno e a fine 2017 valgono 3.623 miliardi, più del Pil tedesco. Per il primato c’è un testa a testa fra Apple e Microsoft che in questi giorni si superano a vicenda sopra quota 850 miliardi di dollari.

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Leonardo Del Vecchio, 83 anni (Luxottica)

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