Corriere della Sera

La nuova fede spiegata ai «lontani» Così ci parla il Vangelo di Marco

Antonio Manganella rilegge per Piemme le parole degli evangelist­i calandole nella realtà quotidiana

- di Carlo Baroni

Marco l’aveva scritto per i lontani. Quelli che vivevano proprio da un’altra parte. Quasi in un altro mondo. Donne e uomini che non ne sapevano niente. Di una religione con un solo Dio che però erano tre. Gente senza i pregiudizi e il retroterra di una lunga storia alle spalle. I Romani pragmatici e spesso cinici per i quali la religione era solo un puntello per darsi risposte rassicuran­ti nei momenti no. Marco doveva spiegare tutto dall’inizio. Passo per passo. Solo così si può arrivare alla certezza che Tutto è possibile per chi crede, il nuovo libro di Antonio Manganella (Piemme). «Teologia» immersa nel quotidiano. Ma più che esegesi di un testo sacro è un diario di viaggio. Un camminare insieme a quelli che hanno visto passare sulla loro strada l’uomo che avrebbe spezzato il computo del tempo, prima e dopo di lui. E allora l’atteggiame­nto giusto è di chi guarda. Ascoltare viene dopo. Osservare da lontano, nascosto tra la folla. Un curioso tra i curiosi. Guardare per farsi un’idea. Cogliere un gesto, interpreta­re un’occhiata. Delle parole non sempre è bene fidarsi. E per conoscere la Parola ci vuole pazienza. La fede, per un romano, per un lontano, è un dono difficile da capire. E forse è meglio così.

Si comincia con Zaccheo. Per forza. L’incontro con Gesù non è previsto. Passava. Parlavano di lui. Vedere spiega molto di più che capire. Poi l’osservator­e diventa l’osservato. Suo malgrado. Quello di Zaccheo è l’atteggiame­nto giusto. Niente idee preconcett­e in testa. Un pizzico di sano scetticism­o. Che di cose strambe se ne sentono tante in giro. Ma se volti pagina e vai dritto ti resta il rimpianto di non sapere cosa sarebbe stato. Zaccheo è il discepolo ideale, il prototipo di quelli a cui parla Marco.

Il libro attraversa i Vangeli con il passo lieve del testimone. Il Gesù che emerge vuole farsi conoscere senza imporre un credo. Un uomo che rompe con tradizioni e pregiudizi in un mondo che ne era intriso. Che si stanca di dibattere sul nulla con i farisei, i dottori della Legge che spaccano il capello in quattro solo per il gusto di contraddir­e invece che di confrontar­si. Rigidi e alieni al confronto, esperti nell’arte infinita del «parlare confutare filosofegg­iare arringare spigolare verificare puntualizz­are particolar­eggiare». Gente che ama i luoghi chiusi dello spirito e ne esporta l’aria viziata. Pronti a puntare il dito, talvolta anche in silenzio. Come nel caso della donna che unge i piedi di Gesù con un profumo costosissi­mo. E viene accusata di disperdere un tesoretto invece di usare quei soldi per aiutare i poveri. E le parole dell’uomo di Nazareth che spiazzano. Rompono schemi millenari, mettono nell’angolo i luoghi comuni. Le donne che sono al centro del messaggio evangelico. E riportate a una condizione di parità in enorme anticipo con i tempi. Il ripudio della moglie scolpito nella legge mosaica che Gesù spiega era così per la durezza del cuore. Ma scacciare la compagna è solo la tecnica dell’ascia, mentre nelle relazioni umane deve prevalere quella del ricamo. Che significa dolcezza ma anche scegliere la strada giusta. E così agli ipocriti che giocano il jolly Mosè, Gesù risponde con il jolly delle donne, del loro diritto al rispetto.

Il Gesù di Marco non è l’immaginett­a con i capelli biondi e l’aureola. Si irrita persino con i suoi amici. Con quel Pietro che non capisce. Testone e testardo. O con il padre che ha il figlio malato e chiede aiuto al profeta. E lo vede titubante e quasi lo provoca: «Sei capace o no di guarirlo?». Il Gesù falegname che conosce la fatica e la pazienza. Quasi un artista del ben essere.

 ??  ?? Tintoretto, Il miracolo di San Marco (1848), fino al 6 gennaio alle Gallerie dell’accademia di Venezia per Il giovane Tintoretto
Tintoretto, Il miracolo di San Marco (1848), fino al 6 gennaio alle Gallerie dell’accademia di Venezia per Il giovane Tintoretto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy