Corriere della Sera

«È finito il tempo dei film-scandalo»

Maggie Gyllenhaal: successo con «Secretary» ma preferisco la poesia di «Lontano da qui»

- Giovanna Grassi

LOS ANGELES «Ho 41 anni e, talvolta, mi sembrano lontani i tempi del successo di Secretary. Nel 2002 quel film mi portò nei pensieri di tanti spettatori perché la mia segretaria innamorata del suo capo (e sottomessa) sperimenta­va con lui ogni peripezia sessuale, tra sadismo e masochismo. Ma certamente oggi mi sento molto più vicina alla protagonis­ta di Lontano da qui», spiega Maggie Gyllenhaal, l’attrice che con il genitori e il fratello Jake appartiene al Gotha di Hollywood. Nel nuovo film interpreta una maestra d’asilo (Lisa) che scopre in un bambino di 5 anni una straordina­ria creatività poetica, che completa le sue insoddisfa­zioni e ambizioni letterarie. Una pellicola diretta dalla regista Sara Colangelo (origini italiane e studi di cinema a New York) che ha conquistat­o al Sundance il riconoscim­ento per la miglior regia.

Maggie, la sua carriera è ricca di ruoli problemati­ci e di film di culto, basti pensare a «Donnie Darko». Una scelta o un caso?

G Nella foto in alto: Maggie Gyllenhaal in «Secretary», film scandalo del 2002 su una segretaria sottomessa a un avvocato sadomaso. Sotto: l’attrice nel ruolo di una maestra in «Lontano da qui»

«I miei film riflettono tanti miei interessi. Ho avuto il privilegio di recitare per registi come Christophe­r Nolan e Sam Mendes. Mi hanno insegnato soprattutt­o a scegliere e ad avere il coraggio di diventare anche produttric­e. Lo sono stata per la serie HBO The Deuce e per questo film diretto da Sara».

Dove ha conosciuto la regista italoameri­cana?

«A Brooklyn. Lei mi ha parlato della sua idea di riproporre, ambientand­olo in America, il film Haganenet del regista israeliano Nadav Lapid. Insieme abbiamo scelto anche un cast internazio­nale con attori inglesi, messicani, russi».

Lei passa dai set al teatro...

«E leggo molto, amo a esempio tutto le opere di Tom Stoppard e e, dopo The Real Thing, spero di portare a Broadway un altro suo scritto. Mi sono laureata in Letteratur­a e religioni Orientali e continuo a studiare».

Ha molti amici?

«Tale sono rimasta per tanti miei partner, da Michael Fassbender a Mamie Gummer, la figlia di Meryl Streep con la quale ho recitato in Zio Vania di Cechov. Quando è possibile vado in vacanza a Londra con la mia famiglia e rivedo Emma Thompson, ottima attrice.. Ma non dimentico mai i miei impegni civili...»

Quali?

«Le mie battaglie per un’america democratic­a e lontana da tante cose che oggi stiamo vivendo. Non vorrei aggiungere altro, ma ricordo che io ho sperato in passato di avere come Presidente il democratic­o John Kerry e che Da New York Maggie Gyllenhaal, 41 anni, nata a New York, è sorella di Jake ed è sposata con Peter Sarsgaard vado in piazza per i diritti dei cittadini. E per quelli delle donne che conquistan­o dignità e rispetto quando sanno dire no a qualsiasi sopraffazi­one e ribadire no a ogni abuso e consumo della loro femminilit­à».

Che cosa le ha dato più di ogni altra cosa il film «Lontano da qui»?

«Mi ha aiutato a comprender­e di più a cercare la bellezza intima e spesso segreta degli altri. Mi ha entusiasma­to lavorare con un bambino il cui personaggi­o rappresent­a la capacità di creare poesia in un mondo dominato da smartphone, videogioch­i e interessi consumisti­ci. Sul set mi veniva a volte in mente il film Crazy Heart con Jeff Bridges, che vinse l’oscar per la sua interpreta­zione di un musicista country. Io ero la donna che lo aiutava a uscire dall’alcol e dalle zone buie della sua complessa personalit­à. In pratica lo ricostruiv­o. Anche in Lontano da qui ho un ruolo di supporto che diventa un atto d’amore».

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Ieri e oggi
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