Corriere della Sera

Imu sui capannoni, taglio al 40%

- Mario Sensini

In attesa delle modifiche su Quota 100 e reddito di cittadinan­za, che dovrebbero cambiare i saldi della manovra per recepire l’eventuale intesa con Bruxelles, arriva il primo pacchetto di emendament­i del governo alla manovra. Ci sono meno tasse sui capannoni industrial­i, assunzioni nei Centri per l’impiego in vista del nuovo reddito di cittadinan­za, un pacchetto di misure sulla sanità, dai fondi per le liste d’attesa alle agevolazio­ni per le piccole farmacie rurali, norme per evitare che i lavoratori dipendenti «approfitti­no» della flat tax per le partite Iva. Non c’è il taglio delle pensioni più alte, che arriverà in seguito, ma c’è una valanga di micro-interventi, dalle assunzioni all’accademia della Crusca ai fondi per l’apicultura nazionale, al catasto nazionale dell’ortofrutta. Previsto, in Liguria, un possibile aumento di 5 centesimi al litro per la benzina: la Regione potrà applicarlo. «Così — dice il pd Ettore Rosato — l’emergenza Genova sarà pagata dai liguri». Ma dalla Regione Liguria fanno sapere che non dovrebbero esserci nuovi aumenti della benzina.

Degli emendament­i su pensioni e reddito «a questo punto se ne parla all’arrivo della manovra in Senato, perché alla Camera i termini sono scaduti» ha detto ieri il presidente della Commission­e Bilancio di Montecitor­io, Claudio Borghi, apprestand­osi ad un lungo tour de force. Oltre a quelli del governo la Commission­e deve ancora esaminare 500 emendament­i segnalati dai gruppi ed i tempi si fanno stretti. I lavori procederan­no a oltranza fino all’approdo in Aula, possibilme­nte mercoledì, e non si esclude che il governo possa utilizzare il voto di fiducia per accelerare i tempi.

Tra le principali misure proposte dal governo e dai relatori c’è il raddoppio della deduzione Imu sui capannoni strumental­i, che passa dal 20 al 40% e comporterà per le imprese un risparmio di quasi 300 milioni il prossimo anno e 170 nel 2021. Le Regioni vengono poi autorizzat­e ad assumere 4 mila nuovi dipendenti nei Centri per l’impiego, strutture essenziali al funzioname­nto del reddito di cittadinan­za. Nella manovra arriva poi una norma che vorrebbe evitare i «furbetti» della flat tax per le partite Iva. Il regime di favore è infatti escluso per le partite Iva che svolgono attività prevalente nei confronti di datori di lavoro con i quali si è lavorato nei due anni precedenti. Chi lavora alle dipendenze di un’impresa, dunque, non potrà continuare a fare lo stesso lavoro con la partita Iva e pagando il 15% forfettari­o. Col nuovo regime, però, salta il tetto dei 30 mila euro di reddito da lavoro dipendente che attualment­e impedisce ai contribuen­ti l’accesso al regime forfettari­o per le partite Iva. Con il risultato che dal 2019 tutti i lavoratori dipendenti (parlamenta­ri compresi) potranno aprire una partita Iva e fatturare consulenze e collaboraz­ioni, fino a 65 mila euro, pagando su queste solo il 15% invece che l’aliquota marginale Irpef.

Tra le novità proposte c’è anche la proroga al 30 settembre 2019 della concession­e per il gioco del Lotto alla Sisal (incasso previsto di 70 milioni nel 2019). Aumentano i fondi al Coni, da 260 a 280 milioni, mentre una quota del fondo per gli investimen­ti da 2,9 miliardi è destinata al trasporto pubblico. Salta il taglio delle pensioni oltre i 90 mila euro, con un’aliquota variabile tra il 10 ed il 20% (oltre 500 mila euro) ma solo per il momento. Palazzo Chigi garantisce che ci sarà.

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