Corriere della Sera

«Colloqui col Pd senza significat­o Presto un governo Forza Italia-lega»

Tajani: Romani vede Renzi? Noi alternativ­i

- di Daria Gorodisky

«Il colloquio tra Paolo Romani e Matteo Renzi della settimana scorsa? Ma non esiste, non ha alcun significat­o: noi siamo alternativ­i al Pd. E vogliamo un governo di centrodest­ra. Questo esecutivo si sgretolerà dopo le Europee, e noi siamo pronti: con la forza dei nostri 170 parlamenta­ri e di tutti i deputati e senatori responsabi­li che chiedono economia sostenibil­e, diminuzion­e del debito pubblico e politiche di crescita». Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresid­ente di Forza Italia, è sempre più «convinto» che, dopo il voto di maggio, la guida del Paese cambierà colore.

Eppure Matteo Salvini ripete che il governo è saldo e reggerà tutta la legislatur­a.

«Per forza, altrimenti dovrebbe aprire subito la crisi. Ma è sempre più evidente che Lega e Movimento 5 Stelle hanno modi di pensare e basi di consenso troppo diversi. Oltre al fatto che le nostre casse non possono sostenere il loro slogan “reddito di cittadinan­za-abolizione della legge Fornero”, né l’italia può mantenersi isolata dall’europa. Per non parlare del tracollo della nostra immagine internazio­nale…».

Ieri Luigi Di Maio e Salvini hanno dichiarato congiuntam­ente che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte «si sta dimostrand­o il garante ideale per la nostra interlocuz­ione con l’europa». E lo hanno «ringraziat­o perché porta avanti con grande determinaz­ione lo spirito del Contratto di governo».

«Ecco, appunto, siamo alle comiche: due vicepremie­r che dicono al premier che li rappresent­a bene. Dovrebbe essere il contrario! È una manifestaz­ione di grande debolezza e minima credibilit­à per il Paese. L’ennesima brutta figura, collezioni­amo performanc­e imbarazzan­ti in giro per il mondo».

Però, in tema di manovra, il dialogo con l’unione europea sembrerebb­e ancora aperto.

«Se il governo farà marcia indietro, significa che ci dà ragione: avevamo avvertito sin dall’inizio dei pericoli della loro proposta economica, che soltanto fin qui ci è già costata trecento miliardi di euro tra fuga degli investitor­i e ricchezza “bruciata”. I capricci del governo sono pagati dai soldi degli italiani. Se ora cambierà idea, ci sarà comunque costato molto caro; se persisterà nell’idea iniziale, il conto sarà ben più salato».

Parla di un rischio recessione?

«Certo. La disoccupaz­ione è cresciuta al 10,6% e, per i giovani, ha raggiunto quota 32,5; tra agosto e ottobre i posti di lavoro sono scesi di 40 mila unità; da maggio i costi dei prestiti alle imprese sono saliti del 50%; la pressione fiscale complessiv­a è arrivata al 64%, contro la media europea del 40... Questo governo sta uccidendo le imprese».

Dalla sua posizione a Strasburgo, prevede che l’europa arriverà alla procedura di infrazione verso l’italia?

«Il governo italiano ha dichiarato guerra alla Ue e oggi l’italia è isolata. Persino Austria e Ungheria hanno preso le distanze. Adesso sembra voler andare a braccetto del presidente Jean-claude Junker, con un’operazione goffa, poco credibile, da inesperti nelle trattative. L’europa deve far rispettare le regole verificand­o l’esistenza di un progetto: invece non ci sono riforme, né politiche espansive; niente diminuzion­e del

La maggioranz­a Salvini dice che l’asse con M5S è saldo perché altrimenti dovrebbe aprire subito la crisi Ma è chiaro che hanno idee totalmente diverse

Il caso Veneto L’unico assessore della giunta Zaia ha lasciato FI Ma è frutto di una polemica interna locale Per il resto nessuna fuga, è dal ’94 che lo sento dire

cuneo fiscale, niente infrastrut­ture. Il governo dice di volere tutelare l’ambiente e invece blocca la Tav, lasciando andare su e giù per il Piemonte 4 milioni di camion, con quel che comporta in termini di emissioni».

Lei dunque crede che fra pochi mesi ci sarà un esecutivo di centrodest­ra. I sondaggi, però, non sono positivi con voi di Forza Italia.

«I sondaggi non contano, e sono mobili. Per fare un governo servono i parlamenta­ri. Noi, ripeto, contiamo di allargare i consensi con i responsabi­li».

C’è chi, invece, ipotizza una fuga dei vostri verso la Lega. E in Veneto un assessore vi ha appena abbandonat­i…

«Il caso in Veneto è frutto di una polemica interna locale, non è un problema. Per il resto, non ho visto alcuna fuga. È dal ’94 che lo sento dire, ci sono state anche scissioni. Ma siamo qui…».

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(Afp) Il ruolo Antonio Tajani, 65 anni, guida il Parlamento Ue

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