Corriere della Sera

Macron nella Parigi delle barricate «Nessuna impunità per i gilet gialli»

Stretta sull’ordine pubblico. Dopo gli scontri di ieri 682 persone fermate. Un morto ad Arles

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

PARIGI Il giorno dopo le violenze e gli atti di vandalismo all’arco di Trionfo e nei viali vicini, il presidente Emmanuel Macron tornato dall’argentina ha visitato a sorpresa i luoghi degli scontri e incontrato forze dell’ordine e pompieri.

Non è stato facile, perché qualche passante a lui favorevole ha gridato «Tenga duro!» e lo ha applaudito, ma molti gilet gialli lo hanno accolto con i fischi e con lo slogan più ascoltato da quando, tre settimane fa, è cominciata la protesta contro le tasse: «Macron démission!».

Macron si è raccolto davanti al monumento del milite ignoto vandalizza­to ieri e ha voluto vedere personalme­nte i danni all’interno dell’arco di Trionfo, come il calco dello scultore François Rude semidistru­tto. Il presidente ha percorso a piedi avenue Kléber, una delle vie più ricche della capitale, che ieri è stata teatro di barricate e incendi come del resto avenue Foch, altro luogo simbolico dell’alta borghesia parigina. Il presidente ha portato la sua solidariet­à ai titolari di due ristoranti attaccati duranti gli incidenti di ieri, e poi a fine mattinata è andato all’eliseo per guidare la riunione di crisi con il premier Édouard Philippe (che ha annullato il viaggio in Polonia), il ministro dell’interno Christophe Castaner e quello della Transizion­e ecologica François de Rugy.

Macron non ha fatto dichiarazi­oni ufficiali, ma l’entourage dell’eliseo riferisce che nel corso della riunione il presidente «ha insistito sulla necessità di un seguito giudiziari­o perché nessuno degli atti commessi resti senza risposta». Dei singoli atti di violenza e dei danneggiam­enti si occuperà la magistratu­ra, ma il presidente resta chiamato a dare una risposta politica a cortei che hanno riportato incendi e barricate sui viali parigini cinquant’anni dopo il movimento del ‘68. «Non accetterò mai la violenza», ha detto sabato il presidente, che vuole mostrarsi intransige­nte con i responsabi­li degli scontri ma non può ignorare le ragioni della protesta.

Così Macron da un lato ha suggerito al ministro dell’interno Castaner di riflettere «sull’opportunit­à di modificare il dispositiv­o di mantenimen­to dell’ordine pubblico nei prossimi giorni» per evitare nuovi saccheggi e pestaggi delle forze dell’ordine, scartando per il momento l’idea della proclamazi­one dello stato di emergenza. Dall’altro, ha chiesto al premier Philippe di ricevere i leader di tutti i partiti politici e i rappresent­anti dei gilet gialli (che però avevano boicottato la riunione con il primo ministro di venerdì scorso).

I partiti di opposizion­e sono scatenati: il leader dei Républicai­ns, Laurent Wauquiez, chiede un referendum sul progetto di transizion­e ecologico e sulla carbon tax all’origine della protesta, mentre Marine Le Pen (RN) e Jean-luc Mélenchon (France Insoumise) pretendono elezioni anticipate.

Sabato in Francia ci sono stati 682 fermi, trasformat­i in 630 custodie cautelari (378 a Parigi). Un automobili­sta è morto ad Arles, portando a tre il numero delle vittime dalla prima manifestaz­ione del 17 novembre a oggi.

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(Reuters) La visitaIl presidente francese Emmanuel Macron (secondo da sinistra) con il ministro dell’interno Christophe Castaner, e il capo della polizia di Parigi Michel Delpuech, nei luoghi della protesta ieri

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