Quanto vale il baratto di Donald: tregua dei dazi, export in crescita
La «tregua di Buenos Aires» potrebbe valere anche mezzo punto percentuale di Pil in più per gli Stati Uniti. I cinesi si sono impegnati a «comprare più merci made in Usa» in base al fabbisogno del loro mercato interno. Quanto? Nel comunicato della Casa Bianca non è specificato. Secondo i dati ufficiali del «Census bureau», il disavanzo commerciale nel 2017 era stato pari 375,5 miliardi di dollari e nei primi 9 mesi del 2018 ha raggiunto una quota più o meno in linea: 301 miliardi di dollari. Gli americani restano ancorati all’obiettivo iniziale: dimezzare il deficit.
Trump, quindi, vorrebbe recuperare circa 180 miliardi di dollari all’anno, una cifra che equivale allo 0,8% del prodotto interno lordo, pari a 20.660 miliardi. Un piano probabilmente troppo ambizioso. Stando alle indiscrezioni, l’amministrazione di Washington potrebbe accontentarsi di un quarto dello sbilancio attuale: 90 miliardi di dollari, lo 0,4% del Pil. Se il patto con Xi Jinping reggerà, le imprese industriali attive nel settore dell’energia e le aziende agricole aumenteranno comunque le esportazioni in Cina. Molto probabilmente la rimonta non sarà enorme, trionfale come il presidente americano certamente racconterà nelle interviste e nei comizi. Il tema è perfetto per la campagna elettorale permanente di Trump. Questa operazione potrebbe diventare uno dei punti di forza per la riconferma alla Casa Bianca nel voto del 2020.
I continui strappi del presidente hanno alimentato l’allarme sui mercati finanziari e le tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina, ma non hanno destabilizzato gli scambi bilaterali. Le cifre sono chiare. Nel 2016, l’ultimo anno di Barack Obama nello Studio Ovale, l’import cinese valeva 462 miliardi di dollari; l’export 115 miliardi. Nel 2017, l’anno in cui comincia lo scontro commerciale, i valori delle due poste sono addirittura aumentati: 505 miliardi di beni in entrata e 129 miliardi in uscita. Il
Un grande successo. Ma se entro 90 giorni non ci sarà un accordo, le tariffe sui beni cinesi saliranno dal 10 a 25% Donald Trump
trend è rimasto sostanzialmente lo stesso nel 2018, nonostante l’escalation di dazi e controdazi: a fine settembre importazioni dalla Cina a quota 394 miliardi ed export a 93 miliardi.
Per Trump ora il problema decisivo è convincere Xi a rispettare le regole del diritto internazionale. Nel concreto: via l’obbligo di condividere le conoscenze tecnologiche imposto alle imprese Usa che investono in Cina; protezione dei diritti di proprietà intellettuale; abolizione delle barriere non tariffarie, cioè vincoli e lungaggini burocratiche. Sono tante questioni complicate, da risolvere tutte insieme e in tempi stretti.