Corriere della Sera

Quanto vale il baratto di Donald: tregua dei dazi, export in crescita

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

La «tregua di Buenos Aires» potrebbe valere anche mezzo punto percentual­e di Pil in più per gli Stati Uniti. I cinesi si sono impegnati a «comprare più merci made in Usa» in base al fabbisogno del loro mercato interno. Quanto? Nel comunicato della Casa Bianca non è specificat­o. Secondo i dati ufficiali del «Census bureau», il disavanzo commercial­e nel 2017 era stato pari 375,5 miliardi di dollari e nei primi 9 mesi del 2018 ha raggiunto una quota più o meno in linea: 301 miliardi di dollari. Gli americani restano ancorati all’obiettivo iniziale: dimezzare il deficit.

Trump, quindi, vorrebbe recuperare circa 180 miliardi di dollari all’anno, una cifra che equivale allo 0,8% del prodotto interno lordo, pari a 20.660 miliardi. Un piano probabilme­nte troppo ambizioso. Stando alle indiscrezi­oni, l’amministra­zione di Washington potrebbe accontenta­rsi di un quarto dello sbilancio attuale: 90 miliardi di dollari, lo 0,4% del Pil. Se il patto con Xi Jinping reggerà, le imprese industrial­i attive nel settore dell’energia e le aziende agricole aumenteran­no comunque le esportazio­ni in Cina. Molto probabilme­nte la rimonta non sarà enorme, trionfale come il presidente americano certamente racconterà nelle interviste e nei comizi. Il tema è perfetto per la campagna elettorale permanente di Trump. Questa operazione potrebbe diventare uno dei punti di forza per la riconferma alla Casa Bianca nel voto del 2020.

I continui strappi del presidente hanno alimentato l’allarme sui mercati finanziari e le tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina, ma non hanno destabiliz­zato gli scambi bilaterali. Le cifre sono chiare. Nel 2016, l’ultimo anno di Barack Obama nello Studio Ovale, l’import cinese valeva 462 miliardi di dollari; l’export 115 miliardi. Nel 2017, l’anno in cui comincia lo scontro commercial­e, i valori delle due poste sono addirittur­a aumentati: 505 miliardi di beni in entrata e 129 miliardi in uscita. Il

Un grande successo. Ma se entro 90 giorni non ci sarà un accordo, le tariffe sui beni cinesi saliranno dal 10 a 25% Donald Trump

trend è rimasto sostanzial­mente lo stesso nel 2018, nonostante l’escalation di dazi e controdazi: a fine settembre importazio­ni dalla Cina a quota 394 miliardi ed export a 93 miliardi.

Per Trump ora il problema decisivo è convincere Xi a rispettare le regole del diritto internazio­nale. Nel concreto: via l’obbligo di condivider­e le conoscenze tecnologic­he imposto alle imprese Usa che investono in Cina; protezione dei diritti di proprietà intellettu­ale; abolizione delle barriere non tariffarie, cioè vincoli e lungaggini burocratic­he. Sono tante questioni complicate, da risolvere tutte insieme e in tempi stretti.

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