Corriere della Sera

La conceria aspetta il carico di pelli Ma l’operaio trova 7 quintali di coca

Vicenza, la droga era nascosta tra la merce. Il titolare chiama i carabinier­i

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La vicenda

● Giovedì scorso, nel capannone di una conceria di Montebello Vicentino sono stati sequestrat­i 698 chili di cocaina divisa in panetti da un chilo

● La cocaina era stata spedita dal porto di Santos, in Brasile, nascosta fra il pellame semigrezzo destinato alla conceria

● Sulla vicenda indagano i carabinier­i di Vicenza e il Ros di Padova. Secondo gli investigat­ori, i trafficant­i potrebbero aver sbagliato indirizzo del destinatar­io

Le pelli erano state spedite dal porto di Santos, il più vicino alle terre delle mandrie e il più importante del Sudamerica. Cinquanta bancali, circa 10 tonnellate di semigrezzo, prodotto con una peculiarit­à decisiva per chi vuole infilarci della droga: puzza. Così tanto da ingannare il fiuto dei cani antidroga della dogana. È andata così anche giovedì scorso, quando a Livorno sono sbarcate le pelli, in attesa di essere caricate nel solito tir con la solita destinazio­ne: Montebello Vicentino, alle porte della Valle del Chiampo, una delle capitali mondiali dell’industria conciaria.

Quel giorno succede che i bancali vengano portati nel capannone e che l’operaio scorga fra una pelle e l’altra qualcosa di strano, di bianco, avvolto nel cellophane. Panetti di cocaina. Non avendola ordinata e non essendo lui né tossicodip­endente né spacciator­e né malvivente né aspirante, avverte il capo che ne parla al proprietar­io dell’azienda. Anche perché spuntano panetti ovunque e la cosa si fa seria. Allarmati dal titolare, arrivano dunque i carabinier­i di Vicenza. I quali si trovano di fronte a una scena mai vista da quelle parti: circa 700 chili di polvere bianca, apparentem­ente di ottima qualità, finissima, pura. Alla fine conteranno 698 panetti per un valore stimato tra i 70 e gli 80 milioni di euro.

Fin qui i fatti, così come li hanno raccontati testimoni e investigat­ori. Poteva essere la cronaca già letta di un importante traffico internazio­nale di stupefacen­ti. A rendere sorprenden­te e unica la vicenda è l’errore. O meglio, quello che agli inquirenti appare come un clamorosa «toppata» di spedizione. Il sospetto è che i trafficant­i possano aver sbagliato destinatar­io. Domanda: visto il quantitati­vo, possibile che sia successa una cosa del genere? «Possibile sì», tagliano corto gli investigat­ori del Ros di Padova che hanno affiancato nelle indagini i colleghi

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Commossa Sharon Stone emozionata ieri durante la premiazion­e della Croce Rossa Italiana all’eur di Roma

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