Corriere della Sera

L’inter avanti, ma la Roma ha cuore

I numeri di Schick Grande partita di Zaniolo, i gialloross­i protestano per un rigore non concesso

- Guido De Carolis Roma Inter 2 2 Luca Valdiserri

6,5 Olsen Anestetizz­a il serpente Icardi una volta, poi si deve arrendere sul raddoppio. Sul gol di Keita è incolpevol­e. Prende tutto il resto.

4,5 Santon Lasciato solo, però non ne azzecca una. Perde la palla da cui nasce l‘1-2.

6 Manolas Icardi va in cielo, lui resta per terra. L’errore non lo condanna, salva tanto altro.

4,5 Juan Jesus Prima della partita deve aver bevuto una tanica di camomilla: sul gol di Keita è già al secondo sonno. Ex da incubo.

6,5 Kolarov A bucare Handanovic prima ci prova su punizione, poi ci riesce su rigore: il primo alla Roma dopo 27 partite.

6 Cristante Difficile la vita lì in mezzo: sbaglia appoggi, ma regge.

6 Nzonzi Si divora un gol. Un po’ lento, però in mediana si sente.

6,5 Cengiz Under Inguardabi­le un tempo, fenomenale per la rete che s’inventa. Poi se ne mangia un’altra. 7 Zaniolo Wonder boy per davvero. Ha il fisico e lo fa valere, ha personalit­à e la mostra, ha tecnica e la mette in vetrina. Fa il fenomeno. 6,5 Florenzi Da esterno alto prende un palo, da terzino è una sicurezza. 6,5 Schick Il numero da circo, con tacco a smarcare Florenzi, è una pepita. Non segna, fa bene tutto il resto.

6 Kluivert Entra senza paura, serve un assist a Under.

6,5 Di Francesco Se la Roma era in crisi non si è visto: non vince per tanti errori banali in difesa. gol subiti dall’inter nelle ultime 2 trasferte di serie A, tanti quanti quelli incassati nelle precedenti 12 gare fuori casa reti segnate di testa dall’inter con quella firmata da Mauro Icardi ieri: record in questa serie A gol degli ultimi 7 segnati da Mauro Icardi in serie A sono arrivati in trasferta. Maurito adesso è a quota 8 in campionato ROMA Roma-inter non trova un vincitore, ma forse il calcio italiano ha scoperto un talento da far crescere. Nel 2-2 finale, tra veleni e belle giocate, brilla Nicolò Zaniolo, classe 1999, che ha già fatto molto parlare di sé: perché questa estate è entrato nell’affare Nainggolan con un prezzo che sembrava alto per un Primavera (4,5 milioni), perché Roberto Mancini lo ha convocato in Nazionale prima ancora che avesse giocato un minuto in serie A, perché ha debuttato al Bernabeu contro il Real Madrid e perché ieri sera ha giocato una grande partita contro la squadra che non ha creduto in lui. Ma questo è un problema atavico del calcio italiano, dove i giovani marciscono a furia di aspettare il loro momento. Con la scusa del «non bruciarli», allenatori pavidi si affidano sempre e solo alla vecchia guardia.

Tra tanti giocatori forti in campo — Florenzi multitaski­ng, Kolarov glaciale dal dischetto sul 2-2; Icardi come sempre velenoso tipo cobra, Handanovic salvifico in un paio di occasioni — Zaniolo ha giocato con enorme personalit­à e lanciato un messaggio che speriamo sia ricevuto il più possibile: dare spazio e fiducia ai giovani è cosa buona e giusta.

A Luciano Spalletti non è riuscita la replica della partita dell’anno scorso, quando all’olimpico prese un sacco di fischi ma anche 3 punti. Questa volta non ci è riuscito perché l’inter ha sprecato troppe occasioni in transizion­e, sui palloni persi dalla Roma in uscita, ma anche perché ha trovato un avversario che si è battuto con enorme cuore, nonostante le assenze di Dzeko, Pellegrini, De Rossi e Fazio.

Il punto permette all’inter di agganciare il Napoli al secondo posto (in attesa della L’illusione

Il colpo di testa di Icardi che batte Olsen e illude l’inter, dopo il vantaggio di Keita e il pareggio di Under. Ma 8’ dopo Kolarov su rigore sancisce il 2-2 definitivo (Reuters) partita di stasera a Bergamo) e di mantenere 5 lunghezze di vantaggio sulla quinta, cioè la Lazio. Non male. Viste le assenze della Roma, forse, si poteva e doveva fare di più, soprattutt­o perché i nerazzurri sono andati due volte in vantaggio. La Roma, però, è stata brava a cambiare un destino che sembrava segnato, recuperand­o e cercando la vittoria fino all’ultimo. Se c’è una partita in cui ha scaldato il cuore ai suoi tifosi, è stata questa.

Ancora una volta, purtroppo, bisogna riflettere su quello che la Var potrebbe essere e su quello che invece non è. Tra il 35’ e il 37’ la gara ha rischiato di essere pesantemen­te falsata da un errore della coppia Rocchi-fabbri (alla tecnologia). L’aggancio di D’ambrosio al piede di Zaniolo non era forse semplice da vedere a occhio nudo, ma la Var esiste proprio per queste situazioni. Pallotta e Totti, a fine gara, si sono chiesti a cosa serva.

Due minuti dopo l’inter è andata in vantaggio, tra altre proteste romaniste per un altro fallo non fischiato a centrocamp­o su Zaniolo. D’ambrosio ha sfondato a destra e crossato, Juan Jesus è stato sciagurato a tentare l’intervento con il piede sbagliato e Keita non ha perdonato.

Poteva essere, come contro il Real, l’inizio del crollo. La Roma, invece, ha pareggiato con Under (gran tiro da fuori) e ha reagito anche al solito e bellissimo gol di testa di Icardi. Ma la Var ha funzionato e ha visto un fallo di mano di Brozovic, sfuggito pure questo a Rocchi. Kolarov ha dato alla partita il risultato più giusto e a Di Francesco un po’ di ossigeno. Spalletti, espulso, si consolerà con la classifica.

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