Corriere della Sera

Il fuoco, il boato Morti e feriti al distributo­re

Rieti, uno è un vigile del fuoco. Ferite diciotto persone. «Correvamo e sentivamo il calore alle spalle»

- Di Fabrizio Caccia e Paolo Foschi

Esplode un’autocister­na sulla via Salaria. Due morti, uno è un vigile del fuoco, e diciotto feriti. L’incidente nell’area di servizio di Borgo Quinzio, nel Reatino. Un incendio era divampato mentre sulla strada stava transitand­o un mezzo dei Vigili del fuoco che ha lanciato l’allarme. Le fiamme nel frattempo avevano fatto alzare la temperatur­a e trasformat­o il liquido in gas, causando la violentiss­ima esplosione.

BORGO QUINZIO (RIETI) «Avevo chiuso da poco il distributo­re per la pausa pranzo, la mia casa è lì vicino, non erano ancora passate le due. Stavo mangiando un piatto di pasta quando ho sentito citofonare. Era l’autista della cisterna del Gpl venuto a scaricare. Gridava disperato: presto, scappate via, correte, il mio camion dietro ha preso fuoco, escono fiamme dal tubo...». Steve Pettirossi, il benzinaio dell’ip di Borgo Quinzio, frazione di Fara in Sabina, sulla Salaria Nuova, fissa sconvolto il suo mondo andato in cenere, ieri pomeriggio, al confine tra Roma e Rieti. «Cinquantam­ila litri di gas non li ferma più nessuno...», continua il benzinaio, sotto choc.

Pettirossi accenna al tubo usato dall’autista per travasare il Gpl. L’incendio ha fatto esplodere il «fondello», cioè il grande tappo che chiude la cisterna, a cui il tubo era collegato. E il calore, all’interno, ha fatto alzare la temperatur­a a tal punto che tutto il liquido si è trasformat­o in gas e dopo circa mezz’ora «l’enorme serbatoio si è staccato dalla motrice ed è partito come un siluro», spiega Luca Cari, il responsabi­le della comunicazi­one dei vigili. Gli addetti ai lavori la chiamano «flashfire», come la spinta propulsiva che fa decollare i razzi. Il comandante nazionale dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo, dice che «sono casi molto rari» e di solito, quando si verificano, c’è dietro «l’errore umano». Ma per ora è solo un’ipotesi.

Così, la «bomba» di fuoco ha investito chi c’era e poi è volata oltre la Nuova Salaria, ha «arato» un campo di ulivi, bruciando e distruggen­do gli alberi, ha investito macchine e passanti ed è atterrata infine 70 metri più su, a pochi passi da un pugno di case, illese per miracolo, sulla Vecchia Salaria che corre parallela. Il bilancio finale della combinazio­ne di violenza meccanica e combustion­e del Gpl è gravissimo: due morti, un vigile del fuoco, Stefano Colasanti, scaraventa­to in mezzo alla strada dall’esplosione e un automobili­sta, trovato carbonizza­to nella sua vettura, che non è ancora stato identifica­to. Eppoi 18 feriti, di cui 3 in codice rosso. Il procurator­e capo di Rieti, Lina Cusano Piro, ha già aperto un fascicolo contro ignoti. Quando il benzinaio e l’autista della cisterna hanno chiamat0 i soccorsi, subito sono sopraggiun­ti due mezzi dei vigili del fuoco dalle caserme di Montelibre­tti e Poggio Mirteto. Nel frattempo era arrivato anche Stefano Colasanti, 50 anni, pompiere di stanza a Rieti, fratello di Claudio, l’autista del questore reatino, Antonio Mannoni, che così ha scoperto la tragedia, accompagna­ndo proprio lì sul posto il suo superiore.

Stefano Colasanti stava andando a portare a Monteroton­do un’autobotte da far revisionar­e. Ha visto le fiamme ed è sceso anche lui a dare una mano. È in quel momento, le 14.20 circa, che c’è stata l’esplosione, con un boato enorme. Altri sette pompieri, tre operatori del 118 e otto tra automobili­sti di passaggio e abitanti del luogo, che si erano fermati a guardare dalla Vecchia Salaria le fiamme e la colonna di fumo nero, sono stati investiti dal muro di fuoco. «Il cielo era rosso, sentivamo il calore alle nostre spalle mentre fuggivamo, una scena da film», racconta una donna ancora terrorizza­ta.

Il benzinaio Pettirossi, però, non si dà pace: «Poco dopo l’allarme, c’erano già vigili del fuoco e carabinier­i, io non so perché non hanno subito evacuato la zona, chiuso le strade, impedito alla gente di restare a guardare. La grande esplosione c’è stata dopo quasi mezz’ora, forse qualcuno in più si poteva salvare...».

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 ?? (Ansa) ?? Salaria Nuova A sinistra le fiamme e la colonna di fumo che si sono sprigionat­e dopo l’esplosione dell’autocister­na ferma al distributo­re Ip a Fara in Sabina, nel Reatino, lungo la statale 4. A destra i rilievi eseguiti attorno alla carcassa del camion
(Ansa) Salaria Nuova A sinistra le fiamme e la colonna di fumo che si sono sprigionat­e dopo l’esplosione dell’autocister­na ferma al distributo­re Ip a Fara in Sabina, nel Reatino, lungo la statale 4. A destra i rilievi eseguiti attorno alla carcassa del camion
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