Le imprese Sì Tav a Palazzo Chigi: delusi, danni dai troppi ritardi
L’incontro con Conte e i ministri 5 Stelle. Salvini: io a favore, aspetto l’analisi
ROMA Delusione. Per il tempo perso e i danni già riportati e che verranno. Ecco gli argomenti che hanno catalizzato la discussione tra il governo e la delegazione delle 33 associazioni favorevoli all’alta velocità Torino-lione e che rappresentano l’economia piemontese. Aspettare l’esito dell’analisi costi-benefici che potrebbe arrivare in primavera, a cavallo della tornata elettorale europea, per il mondo produttivo è un «orizzonte inaccettabile». E non basta il «sì» del presidente del Consiglio a visitare i cantieri della linea ferroviaria e l’inserimento di un suo rappresentante nella Commissione costi-benefici. «Il risultato dell’incontro — diranno gli imprenditori — è una totale dilazione di qualche mese della partenza dei bandi di gara, e questa non è una cosa positiva». A ricevere i delegati a Palazzo Chigi è l’esecutivo in versione esclusivamente M5S. Oltre al premier Giuseppe Conte a confrontarsi con i rappresentanti del Sì Tav ci sono i ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli e il sottosegretario all’economia Laura Castelli. L’appello è diretto con la richiesta di non interrompere i lavori (Toninelli si è accordato con la Francia per congelare bandi di gara per 2,5 miliardi a partire dal 31 dicembre) e di procedere con le gare. Una rivendicazione promossa in nome e in difesa di «326 mila imprese e 1,3 milioni di lavoratori» e accompagnata dal timore di vedere l’italia tagliata fuori dai processi di sviluppo economico e sociale. Tra le istanze dei Sì Tav l’esigenza di indicare un rappresentante nella commissione che effettua l’analisi dei costibenefici. La proposta sarà accolta, prevedendo anche un rappresentante No Tav, ma il timore è che si traduca in un ulteriore rallentamento. «Trasparenza, ascolto, equilibrio e approccio pragmatico sono le parole chiave che caratterizzano la nostra azione. Questo governo — indica una nota dell’esecutivo — vuole lanciare un segnale di attenzione a Torino ed è in campo per rilanciare l’economia». Meno ottimista il presidente degli industriali torinesi Dario Gallina, che segnala il rischio, all’indomani del congelamento delle gare, di «perdere fino a 75 milioni al mese di finanziamenti». A intervenire anche il vicepremier Salvini: «Io ascolto i no, ascolto i sì. Però tutti sanno che sono per i sì sulla Tav, sulla Pedemontana, sul terzo valico, sul Brennero. Mi garantiscono che entro questo mese ci sarà l’analisi costi-benefici. Aspetto di leggerlo. Io quello che firmo mantengo».