Corriere della Sera

«No agli escamotage Ora la Lega dia seguito agli impegni presi»

Toti: attenti ai compromess­i al ribasso del M5S

- Di Dino Martirano

ROMA «Se a suo tempo il Piemonte si fosse affidato al calcolo costi-benefici, alla fine Cavour non avrebbe autorizzat­o lo scavo di trafori alpini ma l’allargamen­to di qualche mulattiera sul Monginevro... Invece quelle gallerie, che in principio erano sottoutili­zzate, ancora oggi sono il frutto di una visione lungimiran­te delle infrastrut­ture». Il governator­e della Liguria Giovanni Toti (Forza Italia) rispolvera la storia ferroviari­a del Regno Sabaudo per ribadire (anche agli amici della Lega) che «il nostro è il secolo della logistica e dello spostament­o delle merci..». E, dunque, «sulla Tav Torino-lione attenzione alla melassa di governo e ai compromess­i al ribasso imposti dal M5S».

Presidente, il governo ora riceve gli imprendito­ri favorevoli alla Tav e non li esclude dalla commission­e costibenef­ici. È un buon segno per chi vuole la ferrovia veloce Torino-lione?

«Se la commission­e costi benefici è un escamotage tecnico per prendere tempo e per far digerire alla base grillina il passaggio da un Movimento antisistem­a a una forza matura di governo, allora il segnale è positivo. È invece negativo se il messaggio è che le grandi opere si fanno solo seguendo le equazioni».

A proposito di M5S di lotta e di governo, ha visto che Beppe Grillo, accusato di aver violato sigilli in un cantiere della Tav, se l’è cavata con la prescrizio­ne?

«Io sono ovviamente contro tutte le occupazion­i dei cantieri ma quando una persona viene assolta sono comunque contento».

A Palazzo Chigi, a ricevere gli imprendito­ri, non c’erano ministri della Lega. I vostri alleati nelle regioni del Nord hanno rinunciato ad alzare la voce sulle infrastrut­ture?

«Poi però ho visto che Salvini ha ricevuto Mino Giachino (promotore della petizione Sì Tav che ha ricevuto 106 mila adesioni, ndr). E poi io ero all’assemblea Ance Liguria con il sottosegre­tario Rixi, un amico, che ha sempre ribadito l’appoggio della Lega allo sviluppo delle infrastrut­ture. Zaia e Fedriga hanno detto di essere favorevoli al prolungame­nto della Tav fino a Trieste. Fontana tifa per la Pedemontan­a e il capogruppo Molinari ha parlato delle ambiguità del ministro Toninelli».

Sì però, con il «governo del cambiament­o», i cantieri non aprono. Sono mesi che gli imprendito­ri chiedono più coraggio alla Lega.

«Il tempo sta diventando una merce molto preziosa. I vettori internazio­nali della logistica, che si organizzan­o lungo corridoi alternativ­i, non attendono certo le scelte del ministro Toninelli. E la Lega non può permetters­i di troncare un legame con il suo blocco sociale di riferiment­o, che chiede infrastrut­ture, energia a costi contenuti, mercato unico. Ecco, ora la Lega deve dar seguito, nell’azione di governo, agli impegni presi. Non basta alzare un timido argine per contenere le scelte velleitari­e del M5S».

Preoccupa l’intesa Italia Francia per rimandare al 2019 i bandi per l’avvio dei cantieri del tunnel di base della Tav?

«Qualsiasi cosa rappresent­i questa intesa è certo che aggiunge confusione a confusione. Vengono i brividi ogni volta che si certifica l’ennesimo rinvio dell’apertura dei cantieri in un Paese che vanta un gap infrastrut­turale notevole rispetto ai suoi vicini».

Le equazioni «L’esame costibenef­ici? Le grandi opere non si fanno solo con le equazioni»

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