«No agli escamotage Ora la Lega dia seguito agli impegni presi»
Toti: attenti ai compromessi al ribasso del M5S
ROMA «Se a suo tempo il Piemonte si fosse affidato al calcolo costi-benefici, alla fine Cavour non avrebbe autorizzato lo scavo di trafori alpini ma l’allargamento di qualche mulattiera sul Monginevro... Invece quelle gallerie, che in principio erano sottoutilizzate, ancora oggi sono il frutto di una visione lungimirante delle infrastrutture». Il governatore della Liguria Giovanni Toti (Forza Italia) rispolvera la storia ferroviaria del Regno Sabaudo per ribadire (anche agli amici della Lega) che «il nostro è il secolo della logistica e dello spostamento delle merci..». E, dunque, «sulla Tav Torino-lione attenzione alla melassa di governo e ai compromessi al ribasso imposti dal M5S».
Presidente, il governo ora riceve gli imprenditori favorevoli alla Tav e non li esclude dalla commissione costibenefici. È un buon segno per chi vuole la ferrovia veloce Torino-lione?
«Se la commissione costi benefici è un escamotage tecnico per prendere tempo e per far digerire alla base grillina il passaggio da un Movimento antisistema a una forza matura di governo, allora il segnale è positivo. È invece negativo se il messaggio è che le grandi opere si fanno solo seguendo le equazioni».
A proposito di M5S di lotta e di governo, ha visto che Beppe Grillo, accusato di aver violato sigilli in un cantiere della Tav, se l’è cavata con la prescrizione?
«Io sono ovviamente contro tutte le occupazioni dei cantieri ma quando una persona viene assolta sono comunque contento».
A Palazzo Chigi, a ricevere gli imprenditori, non c’erano ministri della Lega. I vostri alleati nelle regioni del Nord hanno rinunciato ad alzare la voce sulle infrastrutture?
«Poi però ho visto che Salvini ha ricevuto Mino Giachino (promotore della petizione Sì Tav che ha ricevuto 106 mila adesioni, ndr). E poi io ero all’assemblea Ance Liguria con il sottosegretario Rixi, un amico, che ha sempre ribadito l’appoggio della Lega allo sviluppo delle infrastrutture. Zaia e Fedriga hanno detto di essere favorevoli al prolungamento della Tav fino a Trieste. Fontana tifa per la Pedemontana e il capogruppo Molinari ha parlato delle ambiguità del ministro Toninelli».
Sì però, con il «governo del cambiamento», i cantieri non aprono. Sono mesi che gli imprenditori chiedono più coraggio alla Lega.
«Il tempo sta diventando una merce molto preziosa. I vettori internazionali della logistica, che si organizzano lungo corridoi alternativi, non attendono certo le scelte del ministro Toninelli. E la Lega non può permettersi di troncare un legame con il suo blocco sociale di riferimento, che chiede infrastrutture, energia a costi contenuti, mercato unico. Ecco, ora la Lega deve dar seguito, nell’azione di governo, agli impegni presi. Non basta alzare un timido argine per contenere le scelte velleitarie del M5S».
Preoccupa l’intesa Italia Francia per rimandare al 2019 i bandi per l’avvio dei cantieri del tunnel di base della Tav?
«Qualsiasi cosa rappresenti questa intesa è certo che aggiunge confusione a confusione. Vengono i brividi ogni volta che si certifica l’ennesimo rinvio dell’apertura dei cantieri in un Paese che vanta un gap infrastrutturale notevole rispetto ai suoi vicini».
Le equazioni «L’esame costibenefici? Le grandi opere non si fanno solo con le equazioni»