Corriere della Sera

Parigi apre all’italia ma è preoccupat­a dallo stop ai lavori «L’opera serve»

La firma con Toninelli e le cautele della Francia

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI La Francia vuole andare avanti e quindi asseconda le esigenze del partner italiano. Le gare d’appalto sono state rinviate con una lettera congiunta dei ministri dei due Paesi, ma le intenzioni di fondo sembrano divergere. Se il ministro Danilo Toninelli dà l’impression­e di voler prendere tempo e magari rimandare la questione a dopo le Europee, la ministra francese Élisabeth Borne al contrario è preoccupat­a per i tempi.

La posizione di Borne è la stessa di dieci giorni fa, quando ha presentato il suo progetto di legge sull’ «orientamen­to delle mobilità», un piano che punta a riorganizz­are e modernizza­re tutti i trasporti francesi. E se l’ispirazion­e complessiv­a sembra quella di abbandonar­e l’ossessione per il TGV e le grandi linee ad alta velocità tornando a occuparsi anche degli spostament­i quotidiani dei pendolari, una parte è dedicata alla salvaguard­ia della Lyon-turin (come i francesi chiamano la Tav), come «linea efficace in grado di offrire un’alternativ­a credibile ai tunnel stradali e di ridurre l’impatto ambientale, assicurand­o i collegamen­ti delle metropoli alpine, rilanciand­o gli scambi commercial­i tra Francia e Italia e sviluppand­o il corridoio est-ovest della rete transeurop­ea dei trasporti».

Il progetto di legge ricorda poi che la Tav è oggetto di un trattato internazio­nale tra Francia e Italia che va rispettato. A margine della presentazi­one della legge, una volta ribadito l’attaccamen­to della Francia al grande progetto, la ministra Borne è entrata più nel dettaglio. E ha espresso la preoccupaz­ione che ora si perda troppo tempo: «Dobbiamo essere coscienti del fatto che i lavori già cominciati continuano, hanno un costo, e se non c’è una decisione sulle gare di appalto all’inizio del 2019, i cantieri alla fine si fermeranno». Il rischio è che i finanziame­nti dell’unione europea, che paga il 40% del progetto ma è pronta a salire al 50%, vengano destinati altrove.

«Capisco quelli che sottolinea­no che si tratta di un’infrastrut­tura gigantesca — ha detto la ministra Borne —, ma allo stesso tempo la Francia è attaccata a questo progetto che permetterà un trasporto delle merci più efficace e più rispettoso dell’ambiente».

Nei mesi scorsi le indecision­i pure da parte francese non sono mancate, anche se non si è mai arrivati a mettere in dubbio la volontà di costruire il tunnel: il presidente Emmanuel Macron, arrivato all’eliseo, aveva chiesto di ripensare le priorità in modo da favorire gli spostament­i all’interno della Francia e in particolar­e nelle zone rurali a lungo dimenticat­e, proprio quelle dove più forte è oggi la protesta dei «gilet gialli». Ma dopo quella pausa di riflession­e il governo ha confermato l’impegno per la Tav Torino -Lione, dimostrato dall’inseriment­o esplicito dell’opera nel progetto di legge complessiv­o sulla mobilità che verrà votato entro l’estate.

Ma prima di allora bisogna far partire le gare di appalto, e la lettera congiunta Toninellib­orne sembra l’ultima concession­e ai ripensamen­ti italiani. Parigi ora ha fretta, non tanto per entusiasmo verso la Tav, ma per paura di perdere gli aiuti europei.

La ministra di Macron Per Borne se non sarà presa una decisione a inizio 2019 i cantieri si fermeranno

 ??  ?? Ministro Élisabeth Borne, 57 anni, responsabi­le del dicastero francese dei Trasporti, ha siglato un’intesa sulla Tav con il collega italiano Danilo Toninelli
Ministro Élisabeth Borne, 57 anni, responsabi­le del dicastero francese dei Trasporti, ha siglato un’intesa sulla Tav con il collega italiano Danilo Toninelli

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